06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
NOVE METRI QUADRATI DOVE VIVONO SETTE PERSONE
 
Napoli 29 settembre 2008--------------------- L’emergenza aumenta di giorno in giorno. Occorre intervenire in tempi brevissimi e l’unica possibilità è trovare soluzioni alternative al carcere. La maggior parte degli Istituti ha raggiunto il sovraffollamento pre-indulto .La Casa Circondariale di Poggioreale ospita più di 2.000 detenuti, dove la capienza tollerabile è pari a poco più della metà. Gli Istituti di Secondigliano e di Pozzuoli si avviano anch’essi verso cifre non più sostenibili. Non solo in Campania, ma in tutta Italia, i detenuti vivono condizioni disumane che vanno al più presto rimosse. A lanciare il grido di allarme sono i Provveditori Regionali, che invitano gli Enti Locali e soprattutto i Comuni a fare la loro parte. Tommaso Contestabile, Provveditore della Campania, sulle pagine de “Il Mattino”, invita i Comuni ad attrezzarsi per offrire agli ex detenuti opportunità di lavoro e di reinserimento sociale ed a collaborare per attuare misure alternative al carcere, come lavori di pubblica utilità. Il Provveditore della Lombardia Luigi Pagano,ieri mattina, durante la Sottocommissione carcere a Palazzo Marino, ha rivolto un accorato appello alle istituzioni affinché «intervengano subito. Fra due mesi ci troveremo di nuovo nella situazione pre-indulto con condizioni inumane dovute al sovraffollamento. Così non si può più andare avanti». Solo a San Vittore, al momento, ci sono 1.415 detenuti contro una capienza originaria di 700-800 posti. Che tradotto significa celle di 9 metri quadrati che ospitano addirittura 7 persone. La situazione non è migliore negli altri due istituti dei pena milanesi: 1.200 i carcerati di Opera che al massimo ne può ospitare 932 e 700 i detenuti di Bollate che ne può accogliere al massimo 903. Secondo il provveditore Pagano, bisogna trovare delle forme «alternative al carcere». Le statistiche, infatti, dicono che la recidiva di chi sconta tutta la pena in carcere è del 71 per cento; quella di sconta pene alternative è del 17 per cento. Marco Granelli e Marco Cormio, consiglieri comunali del Pd, confermano: «Le strade per intervenire possono essere tante, ma bisogna fare e fare in fretta. Come Comune di Milano sicuramente si può e si deve collaborare mettendo in atto quelle opportunità di lavoro e di inserimento sociale di competenza comunale per favorire l’accesso alle forme di detenzione alternative così da diminuire l’utilizzo del carcere, con le garanzie adeguate e con risultati migliori».D’altronde, la Regione Lombardia, prevede dal 2005 che nei Piani di Zona dei servizi sociali i Comuni capofila (tra cui Milano) realizzino “un tavolo permanente” per favorire l’integrazione die detenuti.Dal canto suo, l’assessore comunale alle Politiche sociali Mariolina Moioli, si impegna a «riprendere il confronto sul tema del lavoro ai detenuti non appena sarà definitivamente insediata la società di gestione dell’Expo». L’idea, infatti, è quella che un grande evento come l’Expo possa offrire opportunità e condizioni di lavoro dentro e fuori dal carcere. ( Per la lombardia: Fonte: Santo Pirrotta – Cronacaqui.it)