06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
I Direttori degli Istituti Penitenziari proclamano lo stato di agitazione. Il documento
La protesta contro il fantomatico "Piano carceri" e la mancanza di risorse.
 

Napoli, 14 novembre 2010________Stato di agitazione, con la possibilità di dichiarare lo sciopero, proclamato dal Sindacato direttori penitenziari (Sidipe). La decisione, informa una nota diffusa dal segretario nazionale Sidipe Enrico Sbriglia, è stata presa dal direttivo nazionale dell’organizzazione che rappresenta i direttori dei penitenziari.
È stato “preso atto che il fantomatico Piano Carceri è evaso e si è trasformato in un Piano Fantasma camuffatosi attraverso qualche padiglione rimesso in sesto all’interno di qualche istituto, mentre le solenni dichiarazioni d’intenti - aggiunge il Sidipe - rendono tragicomica la situazione”.
Il sindacato critica l’assenza di iniziative nel settore penitenziario, tra cui il ddl sulla detenzione domiciliare, l’assunzione di nuovo personale, nuovi concorsi per direttore penitenziario o i progetti per nuove carceri. “I tagli (meglio sarebbe dire le mutilazioni)”, aggiunge il Sidipe, “hanno riguardato orizzontalmente tutta l’amministrazione pubblica, comprese le carceri per le quali si proclamava lo stato d’emergenza. Com’è possibile - si interroga la nota sindacale - che il Governo non si sia interrogato su come possano gestirsi prigioni traboccanti di detenuti con meno risorse di quelle che sarebbero necessarie in condizioni di normalità?”.

COMUNICATO STAMPA
ATTENZIONE MESSAGGIO IMPORTANTE – MINACCIA DELLO STATO DI
AGITAZIONE DEI DIRETTORI PENITENZIARI D’ISTITUTO E DEGLI UFFICI
DELL’ESECUZIONE PENALE ESTERNA
13-11-2010
Lo scorso 08 novembre, in Roma, il Consiglio Direttivo del SI.DI.PE. ha fatto il punto della
situazione sulla grave situazione penitenziaria italiana:
1. sovraffollamento di persone detenute;
2. mortificante carenza di risorse umane e finanziarie a fronte di una spavalda e vuota
dichiarazioni di intenti da parte del Governo il quale, dopo aver “certificato”, il 13 gennaio
scorso, lo stato di emergenza, non ha adottato alcun provvedimento, concreto ed efficace,
se non per risolvere, quantomeno per contrastare ed attenuare i problemi;
3. rischio di smembramento del sistema penitenziario minorile, di non sembra riconoscersi
l’evidente affinità con il sistema penitenziario per detenuti adulti e che ad esso dovrebbe
far capo in caso di riorganizzazione del ministero della Giustizia.
Nel corso della riunione, si è preso atto che Il fantomatico “Piano Carceri” è evaso, di
esso non vi è traccia, è spirato e si è trasformato in un “Piano Fantasma”, camuffatosi
attraverso qualche padiglione rimesso in sesto, come per i sepolcri imbiancati, all’interno di
qualche istituto penitenziario, mentre le solenni dichiarazioni d'intenti rendono tragicomica la
situazione.
Temiamo, ma saremo felici di essere smentiti, che non esistano neanche pallide idee di
nuove carceri, giammai tradotte in frettolosi progetti cartacei; delle migliaia di nuovi agenti
di polizia penitenziaria, di cui si è annunciata continuamente la neo assunzione, al di là di
poche centinaia di unità, non vi è traccia e, di certo, la risibilità di esse non consentirà di far fronte alle spaventose carenze di organico, alle esigenze di sicurezza per i “vecchi” e nuovi istituti penitenziari che si vorrebbero costruire (?), né colmare i sistematici vuoti dei collocamenti a riposo.
Del disegno di legge sulla detenzione domiciliare non vi è più notizia, arenato in
commissione, ricorda le carcasse dei cetacei in decomposizione; del personale tecnicoamministrativo, assolutamente carente, non è neppure ipotizzata l’assunzione, non avendo,probabilmente, avuto il DAP la forza politica d'insistere, con convinzione e coraggio,affinché non trovasse applicazione, per le carceri e per l’organizzazione
dell’amministrazione penitenziaria, l’irragionevole blocco delle assunzioni; di nuovi
concorsi per direttore penitenziario neppure a sognarne: l’ultimo risale a oltre tredici anni or sono (a differenza del Corpo della Magistratura, i cui concorsi sono, giustamente, continui…) e nemmeno è stata data continuità alle legittime aspettative di quanti, funzionari laureati, a seguito della riqualificazione, erano transitati nel ruolo dei direttori penitenziari d'istituto,nel mentre, invece, uno dopo l'altro, continua la lunga teoria di colleghi che vanno a riposo.
I tagli (meglio sarebbe dire le “mutilazioni”), com’è noto, hanno riguardato
orizzontalmente tutta l’amministrazione pubblica, comprese le carceri per le quali, al contrario, si proclamava lo stato d'emergenza: Com’è possibile che il Governo non si sia interrogato sucome possano gestirsi prigioni traboccanti di detenuti con meno risorse di quelle che sarebbero necessarie in condizioni di normalità, è questa la sua capacità programmatoria e la percezione disicurezza ?
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Mentre il sistema dell’esecuzione penale corre velocemente verso la debacle, il rischio
reale che si paventa è che il crollo seppellisca solo gli operatori penitenziari, anch'essi prigionieri del “sistema; in primis i dirigenti penitenziari, sui quali grava, ex lege, la responsabilità globale dell’ordine e della sicurezza degli istituti ed il buon funzionamento degli UEPE. Ai dirigenti penitenziari si chiede sacrificio e responsabilità ben oltre le stesse possibilità umane; nel mentre,però, con l’altra mano, si continuano a negare proprio ad essi i diritti fondamentali, risultando ancora privi di contratto di lavoro e vedendo disapplicate le norme di legge che li riguardano, in particolare la legge 154/2005 ed il D.lgs. 63/2006.
Il vuoto più totale sul fronte del rispetto dei diritti di lavoratori dei dirigenti penitenziari, ha costretto quest’ultimi ad adire le vie legali, con il conseguente progressivoaumento del  contenzioso giudiziario e innanzi al Capo dello Stato.
Pertanto il Consiglio Direttivo ha stabilito che, ove non vi saranno segnali positivi da
parte del Ministro della Funzione Pubblica e del Ministro della Giustizia, oltre che non vi
sarà certezza sul finanziamento del contratto di lavoro, il Si.Di.Pe. adotterà, oltre che le
pertinenti iniziative nelle diverse sedi giudiziarie, anche quelle “libere” e di protesta,
deliberando che si potrà arrivare all’ipotesi estrema di proclamazione dello sciopero di tutti i direttori penitenziari, sia per quanto attiene gli istituti carcerari che gli uffici
dell’esecuzione penale esterna, ritenendosi fatto biasimevole che non si affermi in capo ai dirigenti penitenziari di diritto pubblico il legittimo riconoscimento di diritti basilari come
per qualunque altro lavoratore.
Non si può non rilevare, infatti, come tale deficit di democrazia e di rispetto delle regole
sembri aver trovato piede, al punto di apparire prassi consueta, proprio nei ministeri della Giustizia e della Funzione Pubblica, i quali non assurgerebbero più, in tal modo, a luoghi istituzionali dove l’attuazione delle norme costituzionali, delle leggi ordinarie e delle buone pratiche rappresentino il contesto situazionale naturale nei rapporti con i cittadini, ancor di più se propri dipendenti.
Il Consiglio Direttivo, infine, ha convenuto sull’esigenza di testimoniare, in ogni sede
politica e sindacale, compresa quella riferita ai sindacati della polizia penitenziaria, la
propria partecipazione alle proteste e alle iniziative di pubblico dibattito finalizzate a
sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave situazione delle carceri, sulla triste situazione dei detenuti e sul mancato riconoscimento dei diritti basilari di tutti gli operatori
penitenziari, affinché sia dissolta l’opacità determinata da quanti solo a parole hanno a
cuore il tema della sicurezza penitenziaria e del recupero effettivo delle persone detenute.
Delle iniziative che verranno prese, saranno informate, anche a livello periferico, le
redazioni giornalistiche e televisive, nonché le associazioni che si occupano di diritti umani, le forze politiche, il mondo del volontariato, le autorità religiose, ivi compre quelle non cattoliche, le sedi consolari, gli ordini forensi, etc.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA
IL PRESIDENTE
CINZIA CALANDRINO
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
ROSARIO TORTORELLA, FRANCESCO D’ANSELMO, FRANCESCO DELL’AIRA,
ANTONIETTA PEDRINAZZI, SILVIA DELLA BRANCA, MARIANTONIETTA CERBO, ANGELA
GIANI’, NICOLA PETRUZZELLI, FRANCESCO CACCIOLA, SALVATORE PIRRUCCIO,
GIUSEPPE DONATO