06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
EMEGENZA CARCERI. LA CAMERA PENALE DI NAPOLI, SU INIZIATIVA DE "IL CARCERE POSSIBILE ONLUS" PROCLAMA L'ASTENSIONE DALLE UDIENZE
Dopo la sospensione feriale, astensione dalla udienze il 16, 17, 18 e 21 settembre.
 

Napoli, 28 luglio 2009_______________La Camera Penale di Napoli, su richiesta del direttivo della sua Associazione "Il carcere Possibile Onlus" , esprime preoccupazione per la situazione degli Istituti di Pena in Italia ed in particolare in Campania ed al fine di sollecitare il Governo a prendere concrete iniziative per porre fine ad una palese violazione dei diritti civili, proclama l'astensione dalle udienze, indicendo un'assemblea degli iscritti il giorno 21 settembre 2009. 
Il documento:

Il Direttivo della Camera Penale di Napoli,
rilevato
che gli istituti di pena hanno di gran lunga superato la soglia di presenze che, nel luglio del 2006, ha costretto il Parlamento ad emanare l’indulto;
che l’incremento d’ingressi è costante  ed il numero di persone detenute, in rapporto alla capacità delle strutture, ha già raggiunto proporzioni intollerabili in un paese civile;
che nella sola Casa Circondariale di Poggioreale si contano ormai più di 2600 presenze, mentre la capienza “tollerabile” è di 1300 detenuti;
che non sono garantite le più elementari norme igieniche e sanitarie, in quanto i detenuti sono costretti a vivere in uno spazio che non corrisponde a quello minimo vitale, con una riduzione della mobilità che è causa di patologie specifiche;
che la sanità penitenziaria è al collasso, per mancanza di risorse e per il passaggio di competenze alle AA.SS.LL, che non sono in grado, per carenze e difficoltà pregresse, di affrontare una realtà così complessa;
che anche per interventi urgenti ed improcrastinabili i detenuti sono costretti a restare in attesa, anche per mesi, in cella, pur dichiarati temporaneamente incompatibili con il regime carcerario;
che tale situazione – contraria ai principi costituzionali ed alle norme del regolamento penitenziario – non solo impedisce il trattamento rieducativo, ma mina l’equilibrio psico-fisico dei detenuti, con incremento , nel 2009, dei suicidi e di gravi malattie;
che i rapporti tra detenuti e famiglia sono, di fatto, annullati. Un’ora di colloquio a settimana, svolto in condizioni tali da non consentire una reale relazione affettiva;
che i familiari, per poter incontrare il loro congiunto nella Casa Circondariale di Poggioreale sono costretti a file interminabili che hanno inizio alle tre del mattino, all’esterno delle mura;
evidenziato
che da tempo la Camera Penale di Napoli denuncia – anche con la sua Associazione “Il Carcere Possibile Onlus” – l’inerzia del Governo su tali palesi violazioni dei diritti umani
constatato
che non vengono adottati provvedimenti che possano porre fine, o quanto meno limitare, l’aumento di presenze negli Istituti;
che l’esecutivo, invece,  prendendo  spunto da isolati fatti di cronaca  e recependo istanze giustizialiste endogene, ha in modo propagandistico: aumentato le pene per reati dove già ampia era la forbice sanzionatoria; introdotto  automatismi valutativi finendo così’ per burocratizzare  la determinazione della sanzione, difatti sottraendola al potere modulatorio del Giudice quale apprezzamento del fatto in concreto;  sussunto nell’area dell’illecito penale,  condotte che certamente non raggiungono quella soglia di disvalore sociale, idonea a conferire alle stesse diritto di cittadinanza nell’ordinamento positivo secondo i principi ispiratori del diritto penale;
che il “Piano Straordinario del Governo” per affrontare il sovraffollamento,  che prevede la costruzione di nuove strutture e di nuovi padiglioni nelle aree verdi degli Istituti già esistenti, manifesta, ancora una volta, la mancanza di una volontà politica ad affrontare con serietà i problemi legati alla detenzione; in quanto è stato già chiarito che non vi sono i fondi per applicare il “piano” e che una parte dovrebbe essere finanziata con la Cassa delle Ammende, la cui finalità è invece investire in progetti educativi;
che vi sono già 5.000 posti disponibili per accogliere detenuti, non utilizzati per mancanza di risorse economiche per il personale e quanto necessario per aprire le strutture;
che nuove carceri vanno costruite ma per eliminare alcune di quelle esistenti, oggi fatiscenti e non recuperabili. Mentre l’iniziativa è del tutto inutile per affrontare il problema del sovraffollamento, in quanto per l’incremento progressivo e costante della popolazione detenuta, si dovrebbe continuare a costruire all’infinito;
ribadita
l’urgenza di incentivare le risorse economiche che possano consentire il rispetto della legge anche negli istituti di pena;
la necessità di un’azione riformatrice che tenga presente :

1. IL RICORSO A PENE ALTERNATIVE AL CARCERE

Le statistiche hanno costantemente dimostrato che il detenuto che sconta la pena con una misura alternativa ha un tasso di recidiva bassissimo, mentre chi sconta la pena in carcere torna a delinquere, con una percentuale del 70%.  Occorre convincere l’opinione pubblica che con le pene alternative si abbattono i costi della detenzione, si riduce la possibilità che il detenuto commetta nuovi reati, con aumento della sicurezza sociale. Si sconfigge il deleterio “ozio del detenuto”, che invece potrebbe essere avviato a lavori socialmente utili con diretto vantaggio per l’intera comunità.
Alessandro Margara, storico Magistrato di Sorveglianza ed alcuni anni fa Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sosteneva “Senza misure alternative recidiva ed insicurezza aumentano”.

2. LA RIFORMA DEL PROCESSO PENALE

Il 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio. Il ricorso sempre più ricorrente alla misura cautelare in carcere e la durata  dei processi produce questo dato abnorme con “presunti innocenti” che scontano pene disumane. Occorre, mantenendo le garanzie del “giusto processo”, ridurre i tempi di celebrazione dei processi e non ritenere che la misura cautelare sia la vera pena da scontare.

3.L’EFFETTIVO VALORE DELLA RILEVANZA PENALE

Nonostante l’emergenza, la politica del Governo va sempre di più verso una maggiore carcerazione, con una riduzione proporzionale della discrezionalità del Magistrato. Molte ipotesi di reato vengono inutilmente aggravate per facili consensi e sull’onda di fatti di cronaca che hanno allarmato l’opinione pubblica. Alcune fattispecie vanno poi depenalizzate, perché troverebbero nella sanzione amministrativa un corretto deterrente.

nel confermare lo stato di agitazione,

delibera

per la gravissima violazione dei diritti umani e per sollecitare urgentissimi e non più procrastinabili interventi da parte del Governo, di proclamare l’astensione dalle udienze penali che si terranno negli Uffici Giudiziari del Distretto della Corte di Appello di Napoli nei giorni 16, 17, 18 e 21 settembre 2009,  con le modalità previste dal Codice di Autoregolamentazione;