06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
LE DISPERATE CONDIZIONI DI UN DETENUTO TRASFERITO DOPO IL TERREMOTO
DALLA CASA DI RECLUSIONE DE L'AQUILA A QUELLA DI SPOLETO. DA UNO STATO NORMALE AD UNO STATO D'INCOSCIENZA
 

L'Avvocato Guido De Maio ci ha inviato l' esposto in calce, affinchè la nostra Associazione possa intervenire. Lo faremo. Intanto, con la Sua autorizzazione, rendiamo pubblico quanto denunciato ed approfondiremo anche le  condizioni di salute degli altri detenuti trasferiti dalle zone terremotate in altri Istituti .

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto

Magistrato di Sorveglianza di Spoleto

Tribunale di Sorveglianza di Perugia

Ministero della Giustizia
Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Provveditorato Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria per l’Umbria

a mezzo email


GRAVISSIME CONDIZIONI DI SALUTE PSICO-FISICHE E DI IGIENE DI ANASTASIO RAIMONDO DETENUTO PRESSO LA CASA DI RECLUSIONE DI SPOLETO

In data odierna chi scrive, difensore di fiducia di ANASTASIO Raimondo (detenuto presso la Casa di Reclusione di Spoleto dall’8 aprile 2009 in quanto proveniente dalla Casa Circondariale de L’Aquila), accedeva presso la Casa di Reclusione di Spoleto al fine di sostenere colloquio con il detenuto in oggetto.
Dopo un tentativo operato dal personale penitenziario della Sala Magistrati/Avvocati volto a far desistere chi scrive dal sostenere il colloquio causa riferite “pessime condizioni igieniche” del detenuto che “non si lavava da quando era giunto dalla Casa Circondariale de L’Aquila” (dalla quale era stato trasferito in data 8 aprile 2009 causa terremoto) ed a seguito di insistenze del sottoscritto difensore nel voler, a maggior ragione e per la stranezza di tali motivazioni, incontrare l’Anastasio, questi veniva tradotto presso la Sala Magistrati/Avvocati.
Il detenuto, sorretto dal personale penitenziario e visibilmente barcollante, giungeva in evidente stato di incoscienza, pallido in volto e deperito, con vestiario del tutto sudicio, lacero e maleodorante; non riconosceva chi scrive (nonostante suo difensore da circa dieci anni); invogliato continuamente a colloquiare, non rispondeva alle sollecitazioni manifestando, con smorfie di dolore, sofferenza fisica e psicologica. Inutile aggiungere che il colloquio non poteva avere seguito, di guisa che il detenuto veniva ricondotto nel reparto di appartenenza per poi provare a sostenere colloquio con i familiari ivi giunti: anche tale colloquio, a detta dei familiari Anastasio Giuseppe ed Anastasio Rita, non sortiva alcun effetto sul detenuto del tutto apatico e visibilmente sofferente.
L’Anastasio Raimondo, detenuto dal dicembre 1999 ininterrottamente e sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis L.O.P. da circa 9 anni, prima presso la Casa Circondariale di Cuneo e poi presso quella de L’Aquila, MAI ha manifestato insofferenza per il regime detentivo patito, MAI ha creato problemi all’Amministrazione Penitenziaria; ha, peraltro, un fine pena che, nella migliore delle ipotesi, non è tale da far propendere per un’ipotesi di simulazione di malattia al fine di ottenere benefici di sorta.
Le assurde condizione igieniche, le pericolosissime ed evidenti condizioni di salute psico-fisiche in cui attualmente versa il detenuto in oggetto rendono necessario ed immediato, ad avviso di chi scrive, un risolutivo intervento di tutte le Autorità in indirizzo.
Si confida nella celerità!


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Guido De Maio
avvocato
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