Dare attuazione a quanto previsto dalla legge per la tutela e dignità del detenuto: questo quanto promosso oggi dalla Camera Penale di Napoli e dal carcere Possibile Onlus in occasione del primo giorno di astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane.
Stop dunque alle udienze e protesta degli avvocati penalisti che oggi, uniti in questa lotta di civiltà e di legalità, hanno indossato tutti dei simbolici ‘braccialetti elettronici’ di plastica.
Dopo la sentenza Torreggiani, si è tanto parlato di sovraffollamento carcerario e della necessità di intervenire a tutela dei detenuti costretti a vivere in condizioni inumane, eppure non si è fatto nulla neanche (soltanto) per dare attuazione ad una normativa già in vigore da anni!
L’art. 275 bis c.p.p. (entrato in vigore con il D.L. n. 341 del 24.11.2000, convertito nella L. 4 del 19.1.2001) statuisce che in sostituzione della custodia cautelare in carcere il giudice può disporre procedure di controllo “mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici”.
Ciò nonostante, sul territorio italiano i braccialetti elettronici non hanno ancora trovato concreta applicazione, benchè sia stato sottoscritto un contratto decennale con Telecom Italia per decine di milioni di euro all’anno.
I braccialetti prodotti risultano soltanto 2.000 e, mentre all’inizio la misura veniva concessa (seppur in attesa della disponibilità del braccialetto), oggi i magistrati - consapevoli dell’assenza di tale strumento deflattivo - negano la concessione di misure meno afflittive rispetto della detenzione in carcere.
Se la carcerazione è extrema ratio come si può impedire ad un individuo di ottenere la propria libertà, seppur controllata, solo per l’inerzia delle Amministrazioni?
Noi Avvocati riteniamo di no. E abbiamo voluto dirlo, ancora un volta, ad alta voce.
Avv. Sabina Coppola
Consiglio Direttivo Carcere Possibile Onlus
