L'Unione delle Camere Penali Italiane, con il proprio Osservatorio Carcere, esprime preoccupazione per la decisione del D.A.P. (Circolare GDAP-0186697-2015, del 26 maggio 2015) di sollecitare l'istituzione negli istituti penitenziari di sezioni, appositamente dedicate, ove collocare quei detenuti non ancora pronti al regime aperto ovvero che si siano manifestati incompatibili con lo stesso, con particolare riguardo a coloro che si siano resi responsabili di aggressioni al personale di polizia penitenziaria.
Al di là dell'apprezzabile precisazione, contenuta nella stessa circolare, secondo cui tale misura non perseguirebbe una logica di “isolamento” o punizione, ma di un'idonea attività trattamentale che miri ad agevolare, per questi soggetti, il ritorno al regime comune “aperto”, separare i detenuti “violenti” per sottoporli ad un regime detentivo più rigido di quello comune, rappresenta oggettivamente un aggravamento delle loro condizioni di detenzione che esorbita rispetto al contenuto dei provvedimenti disciplinari loro legittimamente irrogati e, per di più, adottato al di fuori del contraddittorio garantito dal procedimento disciplinare.
Appare alto inoltre il rischio di un innalzamento della tensione dei rapporti con la popolazione carceraria interessata, potenzialmente foriero di effetti controproducenti: è la stessa circolare che sottolinea come simili eventi critici siano meno frequenti nelle sezioni “aperte”.
Non può infine sottacersi che la misura non appare conforme al dettato dell'art. 32 del Regolamento di esecuzione O.P., laddove si prevede la possibilità di creare apposite sezioni ove collocare detenuti ed internati per i quali si possano temere aggressioni o sopraffazioni da parte dei compagni, volte dunque ad isolare, per motivi di sicurezza, le possibili vittime e non già i potenziali autori di atti di violenza.
La Giunta
Osservatorio Carcere