06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
GIORGIO BOCCA INTERVIENE SUL CARCERE
Su "Il Venerdì di Repubblica" di ieri 24 ottobre 2008, un articolo sul problema dell'insussistenza dello spazio vitale per i detenuti. Subito dopo l'indulto, la nostra Associazione denunciò che in alcuni istituti avevano chiuso dei reparti, con il risultato che, nonostante l'esodo, le condizioni di coloro che restavano dentro non miglioravano affatto.
 
SE IN CARCERE I FUNZIONARI TOLGONO SPAZIO AI DETENUTI di GIORGIO BOCCA Un funzionario dell'amministrazione penitenziaria, Alfonso Sabella, è stato rimosso dall'incarico quando era ministro il leghista Castelli.Non era stata apprezzata una sua relazione in cui si diceva che alcune migliaia di posti per detenuti non venivano utilizzati o erano tenuti nascosti. Oggi, intervistato dalla rivista "Appunti di cultura e politica", sabellaconferma luoghi e cifre. Ad Ancona, la sezione femminile - metà dell'Istituto - era chiusa per lavori in corso, tra l'altro sulla facciata esterna. La giustificazione, lì come altrove era: mancanza di personale. La verità era un'altra: che per il comodo dei funzionari si tengono le strutture inattive e si chiede il trasferimento dei detenuti. A Castelfranco Emilia la casa di lavoro può ospitare 400 detenuti, ma ne tiene 24. A Modena e Reggio Emilia, gli Istituti dispongono di palazzi di cinque piani, ma due piani sono a disposizione degli uffici.In molti Istituti ci sono doppioni dei servizi, depositi di materiale fuori uso, tutto fuorchè celle. A San Cataldo, vicino Caltanissetta, l'Istituto, un palazzone di 4 piani, ospitava solo 60 detenuti ammassati in 4 o 5 per cella, tutto il resto riservato agli uffici, le anticamere, le stanze dei funzionari. A Trapani, una sezione di alta sicurezza restava chiusa perchè si doveva ultimare la tinteggiatura. A Viterbo un Istituto di 300 posti restava chiuso perchè mancava un metro di fognatura, in un altro a Siena il numero degli impiegati era superiore a quello dei detenuti. Anche oggi il rapporto tra detenuti ed agenti è di un custode per 1,3 detenuti, mentre nei maggiori paesi europei è di 3 detenuti per agente. Conclude Sabella "Avevo avviato un' indagine per capire le ragioni di una sistemazione paradossale...". Risultato: "Hanno soppresso il mio ufficio e sono tornato a fare il magistrato". Quanto riferito nell'articolo ricorda la denuncia che molte associazioni di volontariato e la nostra, fecero all'indomani dell'indulto. Nonostante il provvedimento di clemenza, la contemporanea ed ingiustificata chiusura di alcuni reparti, non fece migliorare le condizioni di vivibilità in alcuni istituti.