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Napoli, 9 luglio 2012, ___________ Un Governo viene definito “tecnico” perché composto da persone che non hanno necessità del consenso dell’opinione pubblica, in quanto lontane dalla carriera politica e esperte della materia che sono chiamate ad amministrare. Un Governo tecnico viene nominato per “salvare” il Paese da una deriva pericolosa, per chiedere ai cittadini sacrifici che i politici non oserebbero imporre perché impopolari e penalizzanti per le loro prospettive future.
Quando il 16 novembre 2011, l’Avv. Paola Severino fu nominata Ministro della Giustizia le sue prime dichiarazioni furono dedicate all’emergenza carcere. Il neo-ministro paragonò la detenzione in Italia ad una vera e propria “tortura”, mentre il Capo dello Stato invitò ad affrontare la questione-carcere con “prepotente urgenza”.
Pur abituati a proclami e promesse – i precedenti Ministri avevano fatto altrettanto, uno in particolare aveva parlato di “riforma epocale” e proposto quattro novità definite <pilastri> che avrebbero posto fine al sovraffollamento – ci eravamo illusi, ritenendo che era forse giunto il momento di ripristinare la legalità anche in quella parte del territorio nazionale costituito dagli Istituti di Pena. Se non ora, quando ? Abbiamo un Ministro-Avvocato, un tecnico che non deve fare i conti con un opinione pubblica forcaiola , a cui è difficile far comprendere che il rispetto di principi costituzionali in carcere, potrebbe migliorare la vita anche delle persone libere.
Sono passati ormai circa otto mesi e nulla o molto poco è stato fatto. L’unica attività legislativa che ha riguardato i detenuti è stata la nuova c.d. “svuota-carceri”, ribattezzata dal Ministro “salva-carceri” che ha influito in maniera irrisoria sul sovraffollamento e aggravato allo stesso tempo le condizioni degli arrestati in attesa del processo per direttissima. Questi, condotti nelle celle di sicurezza di caserme e commissariati, vivono ore di assoluto abbandono, in un momento particolarmente difficile, per il quale è previsto, invece, un percorso di accoglienza. Non a caso alcuni dei recenti suicidi sono avvenuti proprio nelle celle di sicurezza. Gli stessi sindacati di Polizia hanno protestato all’indomani del provvedimento perché non vi sono uomini e mezzi per garantire la custodia.
La “prepotente urgenza” del Capo dello Stato è stata dimenticata. L’appello “Fate Presto” della nostra Associazione, con uno striscione di 5 metri collocato, grazie alla collaborazione dell’Unione Camere Penali Italiane e delle singole Camere Penali, a Napoli, Nola, S.Maria Capua Vetere, Bari, Palermo, L’Aquila e Catanzaro, è caduto nel nulla.
Da tempo, ormai in tema di Giustizia si è tornati a parlare di intercettazioni, di riforma del delitto di corruzione, di responsabilità civile dei Magistrati, mentre nelle carceri si continua a morire. All’8 luglio di quest’anno sono 85 i morti, tra questi 30 i suicidi.
Intanto il Ministro visita i penitenziari per “una profonda vicinanza ai detenuti e al personale di polizia penitenziaria nel difficile periodo estivo” (La Presse, 8 luglio 2012). E’ stata a Rieti lo scorso 4 luglio, oggi alla Casa Circondariale di Genova-Marassi e al carcere femminile di Genova Pontedecimo, nel pomeriggio alla Casa di Reclusione di Milano-Opera e poi a San Vittore. Martedì mattina sarà a Milano-Bollate e ha annunciato una sua prossima visita alla Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale.
Quello delle visite estive in carcere è argomento già affrontato e aspramente criticato dalla nostra associazione. La solidarietà non serve, occorre agire. Ma le visite, si dirà, sono importanti per “accendere i riflettori” sul problema e già qualche politico ha organizzato le vacanze includendo l’immancabile giorno di “ferragosto in carcere”. A furia di accendere i riflettori i detenuti si sono ustionati e con il caldo che fa è meglio stare al buio e magari lavorare seriamente per legiferare ed eliminare le cause del sovraffollamento, seguendo la strada più volte indicata dalle Camere Penali.
Nelle sue visite il Ministro dirà a detenuti e agenti che è previsto, per i tagli della spending review alla Giustizia, anche un taglio alla spesa penitenziaria di 3,5 milioni di euro ? Un taglio in un settore dove le risorse sono diminuite di anno in anno, fino a far mancare beni di prima necessità. Dove si dice di voler aprire nuovi spazi, mentre quelli già esistenti restano chiusi per mancanza di risorse.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ed il sole quest’anno è particolarmente caldo, lo sanno bene i detenuti che sono costretti a vivere in pochi metri quadri, l’uno addosso all’altro, senza servizi igienici decenti, in una situazione di precarietà che genera infezioni e malattie spesso contagiose, a volte senza l’acqua, come accade nella Casa Circondariale di S.Maria Capua Vetere.
Di nuove, purtroppo, prevedibili morti nei prossimi mesi estivi nessuno sarà responsabile, come in passato, ma il giudizio morale sull'inerzia del Governo e del Parlamento è senza scuse: vergogna per quello che non si è fatto e probabilmente non si farà.
Avv. Riccardo Polidoro – Presidente “Il Carcere possibile Onlus” |