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Napoli, 14 novembre 2011_____________Sabato scorso due detenuti si sono suicidati. Erano uomini con gravi problemi psichici.
Il primo era stato protagonista, il giorno prima, di una vera e propria notte di follia seminando il terrore in diverse abitazioni ed accoltellando, nel tentativo di ucciderle, la compagna, la madre, la sorella e una vicina. I Carabinieri lo hanno trovano chiuso in bagno con un grosso coltello . Si è impiccato nella Casa Circondariale di Poggioreale, riuscendo a fare un cappio con la coperta.
Il secondo era stato condannato, due settimane fa, a 20 anni di reclusione e 5 anni di cura in Ospedale Psichiatrico Giudiziario, per aver ucciso con una pistola e un fucile a pompa, il 25 aprile, l'ex moglie, una vicina di casa e un conoscente. Si è impiccato nell'O.P.G. di Reggio Emilia.
Due storie simili, che hanno in comune anche l'assoluta incapacità del sistema penitenziario di garantire il necessario controllo in situazioni di accertata pericolosità. Se si consente ad una persona reclusa, a 24 ore da folli gesti, di togliersi la vita vuol dire che ormai lo stato di abbandono è totale.
Anno dopo anno le risorse destinate all'Amministrazione Penitenziaria sono sempre più ridotte. La maggior parte delle strutture sono fatiscenti. Il personale di Polizia Penitenziaria è al di sotto della soglia di sicurezza. Il passaggio dell'assistenza sanitaria alle ASL non ha affatto migliorato una situazione già in piena emergenza. Si vogliono costruire nuove carceri, ma non si ha la forza economica di aprire quelle già completate.
Per la sopravvivenza dei detenuti, cioè per il cibo, oggi vengono spesi 3,95 euro al giorno, mentre per il trattamento 11 centesimi. Cifre che non hanno bisogno di commenti e che lasciano comprendere come quello "stato di emergenza" proclamato dal Consiglio dei Ministri il 29 marzo 2010 e poi prorogato per tutti il 2011, debba essere davvero affrontato, senza più alcun rinvio, con interventi concreti (ricorso a pene alternative, depenalizzazione, riforma organica dei Codici, aumento delle risorse), senza più fare ricorso a promesse come i "pilastri" del 2010 di Angelino Alfano o i "pacchetti" più recenti di Nitto Palma. |