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Napoli, 20 febbraio 2011 - Mentre la nave continua ad affondare, il comandante - dalla terra ferma - cerca di convincere i suoi uomini che non è vero e che se c'è qualche falla nello scafo, la colpa non è dell'armatore. Ormai, il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria è sempre più solo a difendere l'indifendibile. Da Nord a Sud le carceri scoppiano e le risorse a disposizione sono sempre meno, ma egli continua a non vedere. Le morti e i suicidi, la possibilità che tra poco mancheranno i fondi per il vitto, mentre già quelli per il trattamento rieducativo hanno subìto l'ennesima drastica riduzione, azzerando di fatto l'attività, l'allarmante situazione sanitaria, la chiusura dell'area colloqui con i difensori nel carcere di Reggio Calabria, che ha suscitato la giusta protesta della Camera Penale locale, l'attenzione alle violazioni di legge ormai denunciata anche dai media più attenti, sembrano non scalfire le certezze del Dott. Ionta, che nella sua intervista si preoccupa sopratutto di sottolineare che i pochi che hanno beneficiato della nuova norma, non sono evasi dagli arresti domiciliari e non vi è stato un incremento degli illeciti. Insomma i cittadini liberi possono stare tranquilli. Ma il Capo del Dipartimento non dovrebbe verificare sopratutto che nelle carceri venga rispettata la Legge ? Se il Governo non lo consente, ha l'obbligo di protestare e evidenziare carenze e limiti dell'azione politica.
L'intervista pubblicata dall'Ansa e il comunicato stampa dell'OSAPP:
ANSA ______“In due mesi 1.100 persone sono uscite dalla detenzione carceraria” beneficiando della legge che consente di scontare ai domiciliari gli ultimi 12 mesi di carcere. “Ci sono zone in cui l’applicazione è modesta, prossima allo zero e sono più le richieste respinte che quelle accolte”.
È un primo bilancio della cosiddetta norma svuota-carceri fornito dal capo dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta, che ha specificato come “la platea di riferimento secondo i nostri calcoli è di circa 7.000 detenuti”: sono, infatti, “circa 6.900 i dossier che abbiamo fornito alla magistratura di sorveglianza”.
Parlando alla Scuola di perfezionamento della Forze di Polizia Ionta ha ricordato che “in fase di discussione della legge vennero sollevate due obiezioni: sul meccanismo di automatismo delle concessione del beneficio e l’aggravio di lavoro per le altre forze di polizia che dovevano eseguire i controlli. A me - ha osservato - pare che non ci sia né l’uno né l’altro”. È infatti possibile, secondo il capo del Dap, una valutazione rapida e intelligente in base ai dossier che rendono conto del percorso fatto dal detenuto e una verifica di prudenza sull’effettività del domicilio presso cui si chiede di scontare la pena. Quindi di fatto il magistrato deve solo verificare che ci siano i requisiti. Per questo mi sembra strano che ci siano aree in cui l’applicazione del provvedimento è prossimo allo zero. Intendiamo monitorare i provvedimenti di rigetto, che al momento sono più di quelli di accoglimento.
Inoltre, ha detto Ionta, “non mi pare che ci sia un sovraccarico di lavoro per le altre forze di polizia, né un aumento del crimine in alcune zone: non c’è secondo quanto mi risulta una sola persona arrestata dopo che gli era stato concesso il beneficio e non si può muovere alcuna critica rispetto all’incremento degli illeciti”. Dato che “solo gli stupidi - ha concluso - non cambiano idea, io cambierò idea se ci saranno dati che supporteranno questa suggestione”.
COMUNICATO STAMPA OSAPP:
Questo Governo ha fallito e non ci sono esami di riparazione che tengano, almeno per quel che ci riguarda - a gridarlo a gran voce è Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp che interviene nel dibattito politico per unirsi al coro di critiche contro il Governo, che anche ultimamente si sono elevate dalla società civile - se è troppo generico e strumentalmente pericoloso parlare in termini prettamente politici, - continua il leader sindacale - i numeri non danno riparo per una critica a tutto campo.
In base ai dati in nostro possesso sappiamo per certo che da settembre i detenuti non avranno più assicurato il vitto “gratuito” e, cosa ancora più grave, potranno permettersi solo quello a pagamento. Rispetto ai fondi stanziati nel 2010, infatti - lancia l’allarme Beneduci - c’è un abbattimento del 50% dei capitoli di spesa su questa voce.
Come in perdita - fa notare il segretario generale - sono i capitoli destinati alle utenze per luce, acqua, gas e telefoni con le cui aziende di fornitura l’amministrazione penitenziaria ha una esposizione debitoria pregressa di oltre 30 milioni di euro.
Anche sul versante delle c.d. missioni, ovvero per quanto riguarda gli spostamenti dei detenuti per motivi di salute o di giustizia, tra cui le udienze per direttissima, le trasferte che impegnano il personale di Polizia Penitenziaria non potranno essere più pagate dal prossimo mese di aprile - assicura Beneduci - visto che il 70% (oltre 6 milioni di euro) di fondi stanziati per l’anno in corso dovranno essere restituiti al personale per servizi resi e non pagati negli anni.
In aggiunta a questo - indica ancora l’Osapp - per quanto riguarda il tanto vantato progetto di cui alla legge c.d. “svuota carceri”, dei 9.000 detenuti stimati dall’amministrazione penitenziaria, dopo due mesi, ne sono andati in detenzione domiciliare solo 1.100: per una cifra che non potrà superare nel massimo 2.000 unità a fine 2011; mentre per le 1.600 assunzioni in più promesse dal Guardasigilli ci sono fondi solo per 400 nuovi agenti, mancando all’appello oltre 45 milioni di euro. Se questo non è il fallimento di una politica che ha sempre considerato la soluzione in termini univoci, concependo che soltanto il Piano carceri potesse dare sollievo ad una situazione drammatica - conclude Beneduci - ci troviamo proprio fuori strada. |