06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
SESSANTA SUICI DALL'INIZIO DELL'ANNO. A FOGGIA E A PALMI GLI ULTIMI CASI
Continua la serie di suicidi negli Istituti di Pena in Italia. Un suicidio ogni 5 giorni. Mentre aumentano i decessi e le malattie dovute all'illegale regime di detenzione. L'inerzia della politica, che crede di risolvere questa strage di Stato con il decreto appena varato, ritenuto "svuota-carceri".
 

Napoli, 20 novembre 2010_______________C'è una parte del Paese che muore o soffre ingiustamente. Questa parte è sottoposta alla privazione della libertà in attesa di essere giudicata o  è stata condannata  perchè ha sbagliato. In entrambe i casi questi individui sono persone offese di comportamenti che costituiscono reati, ma che nessuno punisce. Il disastro carcerario è ormai una realtà da tutti denunciata. Possiamo dire che non vi è persona che lo nega, ad eccezione di coloro che ignorando i principi costituzionali, le norme vigenti e lo stesso senso di civiltà di una nazione, affermano che sono altri i problemi da affrontare e che lo Stato non può occuparsi dei delinquenti. Inutile il dialogo con costoro a cui manca non solo la cultura giuridica, ma anche la capacità di comprendere che nella vita sociale ogni segmento è importante, perchè contribuisce a migliorarne la qualità.
Dal Presidente della Repubblica, al Presidente della Camera, ai Ministri, tutti hanno, nei loro discorsi, fatto un esplicito riferimento allo stato di emergenza delle carceri italiane, all'ingiustificato spaventoso stato di prostrazione in cui vivono i detenuti, quelli condannati e quelli (circa il 50%) che sono ancora in attesa di giudizio. Da tempo ormai questo istituzionale coro unanime ha ufficializzato la permanente violazione di diritti negli istituti di pena, ma nulla di concreto è stato fatto per uscire dall'illegalità, mentre all'orizzonte non s'intravedono soluzioni. In Italia, a chi è sottoposto a misura detentiva cautelare o alla pena definitiva, vengono inflitte sanzioni accessorie non indicate dalla legge e negati diritti, invece, espressamente previsti.
Una morto ogni 3 giorni ed un suicidio ogni 5 giorni dall'inizio dell'anno, sono indici rivelatori di un malessere costante ed in aumento, che dovrebbe far comprendere la necessità di un intervento urgente e non più procrastinabile. Il decreto appena varato dal pinocchiesco  nome "svuota-carceri", seppure troverà immediata applicazione, porterà agli arresti domiciliari pochissimi detenuti, circa 7.000, secondo la stima del DAP, mentre il sovraffollamento, al 31 ottobre 2010, era indicato in 23.833 unità (68.795 presenze a fronte di 44.962 posti previsti). Resterebbero 16.833 unità al di sopra della capienza regolamentare, se la legge avesse effetti immediati. Nulla sarebbe risolto. Va tenuto presente, inoltre, che il meccanismo burocratico stabilito dalla norma, con la relazione della Direzione dell'istituto, l'idoneità del domicilio di destinazione, la valutazione del Magistrato di Sorveglianza, non farà altro che ingolfare ulteriormente gli Uffici Giudiziari, già in costante affanno, ritardando gli effetti del decreto, mentre le carceri continueranno ad affollarsi, con l'incremento costante che caratterizza gli ingressi. 
Una domanda, infine, al Legislatore va fatta. Ma, prima del nuovo decreto, gli arresti domiciliari non potevano già essere concessi dal Magistrato di Sorveglianza, che avesse ritenuto il detenuto meritevole di tale misura? Abbiamo l'impressione che nulla di nuovo si sia stabilito e che, dopo un lunghissimo iter parlamentare, l'iniziale disegno di legge si è talmente "svuotato" che, una volta approvato in via definitiva, serva solo ad influire sul già vigente potere discrezionale della Sorveglianza.