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Napoli, 29 ottobre 2010,________ La semplificazione amministrativa raggiunge l'apice a Roma. Non ci saranno più problemi burocratici, inutili tempi morti. Chi è ristretto negli istituti di pena e ritiene che non siano rispettati i suoi diritti potrà invocare l'aiuto di chi tali diritti gli nega. Davvero geniale. Non vi poteva essere scelta migliore.
Il Garante dei diritti dei detenuti di Roma appena nominato dal Sindaco di Roma è - secondo le agenzie di stampa - persona vicina al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
Ingenuamente pensavamo che un "Garante" dovesse essere persona indipendente ed autonoma.
Sandro Favi, responsabile carceri del Partito Democratico, afferma: "Ci lascia perplessi la nomina a Garante dei diritti dei detenuti del comune di Roma dell'ispettore Vincenzo Lo Cascio, vicino a tutte le iniziative del capo del Dap Ionta, che in materia di trattamento penitenziario non ha certamente brillato, ma ha previsto di utilizzare i fondi della cassa delle ammende per opere di edilizia penitenziaria invece che per programmi volti al recupero e al reinserimento dei detenuti".
Il commento più sprezzante è quello di Francesco Storace, consigliere della Destra Capitolina che dichiara: “Dopo la nomina di un appartenente al Dap come garante comunale dei detenuti ci aspettiamo, coerentemente, Alemanno nomini Dracula all'Avis".
Critico anche Ugo Cassone (Pdl), che seppure si dice sicuro della professionalità di Lo Cascio, aggiunge che "forse avremmo gradito di più la nomina di un avvocato e non di un appartenente al Dap".
In casa Pdl però anche il delegato del sindaco allo Sport Alessandro Cochi, in quota Alemanno, esprime "qualche perplessità per il fatto che Lo Cascio proviene dal Dap. Forse, qualora fosse necessario, si potrebbe pensare ad aprire un tavolo con le associazioni perché ci sia equilibrio tra le diverse posizioni".
Il capogruppo di Sel nel Consiglio regionale del Lazio Luigi Nieri definisce la nomina "una provocazione che tradisce lo spirito di questa istituzione. Come può pensare, Alemanno che un detenuto possa rivolgersi a un poliziotto magari per denunciare maltrattamenti subiti proprio dagli stessi poliziotti in carcere?”.
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