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Napoli, 13 luglio 2010 ------------- A Milano, Napoli, Palermo, Avellino, Benevento, Nola, S.Maria Capua Vetere e Torre Annunziata, i penalisti hanno indossato un nastrino nero sulla giacca, nel corso dell'attività professionale all'interno del Palazzo di Giustizia, per protestare contro l'inerzia del Governo e del Parlamento di fronte alle condizioni disumane in cui sono costretti a vivere la maggior parte dei detenuti. Nonostante gli appelli del Papa e del Capo dello Stato, nonostante lo "stato di emergenza" proclamato dal Consiglio dei Ministri, nulla è stato fatto e le carceri continuano a riempirsi, mentre il caldo aumenta. E' trascorso quasi un anno - era il giorno di ferragosto 2009 - dalla visita di circa 200 parlamentari e consiglieri regionali negli istituti di pena, ma, superato l'effetto mediatico, solo pochi di loro si sono ricordati di quello che hanno visto. Quest'anno consigliamo loro di trascorrere il ferragosto in famiglia.
L'Avvocatura, in questi ultimi mesi, ha proclamato giorni di astensione dalle udienze, ha depositato in tutte le Procure della Repubblica d'Italia esposti-denuncia per le allarmanti condizioni igienico-sanitarie delle carceri, ieri ha vestito il lutto per la morte dei diritti civili nel nostro paese. L'Avvocatura,le associazioni di volontariato, i radicali ed i Garanti dei diritti dei detenuti, rappresentano le uniche forze che realmente s'impegnano affinchè, anche negli Istituti di pena, sia rispettata la Legge. Altre categorie dovrebbero interrogarsi sul mancato impegno in questa battaglia di civiltà.
RASSEGNA STAMPA:
video TG 3
il mattino 13 luglio 2010
il giornale di Napoli 13 luglio 2010
il corriere del mezzogiorno 13 luglio 2010
articolo dal quotidiano Il Giorno 13 luglio 2010
IL MATTINO – 10 luglio 2010
Una «giornata di lutto» per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle drammatiche condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i detenuti, ma anche sull’enorme disagio in cui la polizia penitenziaria svolge i propri compiti e - più in generale - sulla «complessiva situazione d’illegalità dell’esecuzione della pena, cui è necessario porre, senza indugio, rimedio». A proporre la protesta sono i penalisti che aderiscono all’associazione «Il CARCERE possibile». Per questo lunedì gli avvocati di Napoli, Roma e Milano indosseranno sulla giacca un nastrino nero. Lo faranno, si legge in un comunicato, per protestare contro l’inerzia del governo e della classe politica in generale, che lascia inascoltato l’allarme lanciato dallo stesso presidente della Repubblica e lascia cadere nel vuoto il pur proclamato «stato di emergenza» nelle carceri italiane, aggravato dal caldo insopportabile. Dal «Carcere possibile» giungono anche le cifre di una situazione che si fa giorno dopo giorno insostenibile: sono infatti circa 69mila i detenuti in CARCERE a fronte di una capienza di 43mila unità; dall’inizio del 2010 sono stati 98 i detenuti morti, 33 i suicidi, 48 i tentativi di suicidio. Inoltre ammontano a 100 gli agenti di polizia penitenziaria aggrediti e feriti. giu.cri.
Napoli: una giornata di “lutto dell’avvocatura”, per
sensibilizzare sui suicidi dei detenuti
Agi, 9 luglio 2010
Una giornata di lutto dell’avvocatura per sensibilizzare gli enti e
l’opinione pubblica sui suicidi dei detenuti in carcere. Il
coordinamento delle Camere Penali del distretto della Corte di Appello
di Napoli, riunito il 18 giugno 2010, aveva accolto la proposta
dell’associazione “Il carcere possibile onlus” d’indire la “giornata
di lutto” e il prossimo 12 luglio gli avvocati porteranno, sulla
giacca, un nastrino nero in segno di lutto durante la consueta
attività all’interno degli uffici giudiziari. L’iniziativa è nata
per richiamare l’ attenzione sui numerosi suicidi nelle carceri
italiane e sulle “drammatiche condizioni igienico-sanitarie in cui
sono costretti a vivere i detenuti, sull’ enorme disagio in cui la
Polizia Penitenziaria svolge i propri compiti - si legge in una nota -
e sulla complessiva situazione d’illegalità dell’esecuzione della
pena, cui è necessario porre, senza indugio, rimedio”.
Giustizia: oggi la “giornata nazionale di lutto” per le
carceri, promossa dalle Camere Penali
Apcom, 12 luglio 2010
Una trentina di Camere Penali italiane hanno indetto per oggi una
“giornata di lutto” “per richiamare l’attenzione dell’opinione
pubblica” sulle drammatiche condizioni dei detenuti e sul disagio
degli agenti e degli operatori all’interno delle fatiscenti carceri
del nostro Paese. Ai tribunali di Napoli e Palermo diversi
penalisti si sono presentati in aula con la fascia nera al braccio in
segno di lutto, mentre i loro colleghi di Milano sono in attesa di
sapere che cosa sarà dell’esposto relativo alla situazione del carcere
meneghino di San Vittore, presentato circa tre settimane fa e
assegnato al Procuratore Aggiunto Nobili, che ha aperto un fascicolo
di indagine a carico di ignoti.
“L’esposto non ha come obbiettivo né il direttore di San Vittore né il
sovrintendente Luigi Pagano, ma le autorità nazionali che non si
attivano a sufficienza per far fronte alle drammatiche condizioni
igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i detenuti, e sulla
complessiva situazione di illegalità dell’esecuzione della pena” ha
spiegato nel corso di una conferenza stampa, indetta insieme con la
Onlus “Il carcere possibile”, il presidente della Camera Penale di
Milano Vinicio Nardo, ricordando la necessità di procedere al più
presto a una ristrutturazione della struttura di piazza Filangeri,
dicendosi contrario ad un’ipotesi di trasferimento in una zona
periferica, proprio perché il carcere deve rimanere “in centro, ben
visibile, all’interno della coscienza della città”.
L’esposto, spiega sempre l’avvocato, è stato presentato anche alla
Magistratura di Sorveglianza e al sindaco di Milano “in quanto a capo
di una popolazione di cui i detenuti fanno parte”. “Dopo l’esposto -
continua il presidente - la commissione comunale sul carcere si è
attivata e il 23 luglio prossimo ha organizzato una visita a San
Vittore a cui dovrebbe partecipare anche il sindaco Letizia Moratti”.
“Tra le diverse iniziative che abbiamo messo in campo in questi mesi -
spiega l’avvocato Mirko Mazzali - c’è ne è anche una che vedrà gli
avvocati praticanti entrare in alcuni raggi del penitenziario milanese
per spiegare ai detenuti il funzionamento generale della giustizia,
senza mai entrare nel merito delle loro linee difensive”.
IL MEDIANO.IT: L’informazione online
AVVOCATI PENALISTI IN LUTTO PER PROTESTA
Data: 13/07/2010
Gli avvocati penalisti protestano per rivendicare i diritti civili nelle strutture carcerarie, in particolare della Campania. Senza risultato gli scioperi precedenti, sorde e assenti le istituzioni.
Di Simona Carandente
Una singolare protesta ha visto ieri come protagonisti gli avvocati penalisti di Napoli, Milano e Palermo, uniti gli uni con gli altri in segno di protesta nei confronti delle istituzioni.
A Napoli in particolare la Camera Penale, in collaborazione con la onlus "Il carcere possibile", ha dotato iscritti e non di un nastrino nero, da indossare in segno di lutto per simboleggiare, in maniera forte, la "morte"dei diritti civili all’interno delle strutture carcerarie sparse sul territorio nazionale, campano in particolare.
La protesta nasce con il chiaro intento di stimolare l’opinione pubblica, e non solo quella, sulle gravi problematiche esistenti all’interno degli istituti penitenziari, posto che gli scioperi già attuati dalla categoria, nella forma dell’astensione dalle udienze, non hanno sortito gli effetti sperati, rimanendo praticamente lettera morta.
Le motivazioni dell’iniziativa sono, purtroppo, tristemente note: le condizioni igienico sanitarie esistenti all’interno delle carceri italiane; il disagio del personale penitenziario, costretto a lavorare in situazioni sovente ingestibili; la sostanziale illegalità in cui si sconta la pena oggi, in Italia, in barba alle più elementari regole del vivere civile nonché alle statuizioni legislative in materia.
Si legge nel comunicato diffuso dalla Camera Penale di Napoli che nel nostro paese, a fronte di una capienza carceraria di circa 43 mila unità, sono attualmente ristretti circa 68 mila detenuti, con 25 mila persone in più rispetto a quanto tollerabile, in strutture sovente fatiscenti anche a capienza ottimale.
In Campania dall’inizio dell’anno si sono registrati ben 31 suicidi, 44 tentativi di suicidio, 96 aggressioni a personale della polizia penitenziaria, nonché ferimenti di personale medico e paramedico operante all’interno delle strutture stesse.
Come spiegato dall’avv. Riccardo Polidoro, presidente della onlus Il Carcere Possibile, "nel nostro paese, ed in particolare in Campania, la pena viene espiata in regime di completa illegalità, in spregio finanche dei principi costituzionali vigenti, per i quali la pena deve tendere sempre alla rieducazione del condannato. A tale dato -prosegue l’avv. Polidoro- bisogna aggiungere la violazione della normativa europea sul punto, che vieterebbe l’utilizzo della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti ai soggetti ristretti. Eppure tutto questo oggi avviene, e con l’implicito assenso delle istituzioni, che vanificano tutti gli sforzi in tal senso della classe forense e non". Autore: Avv.Simona Carandente
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