06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
E' UN BOLLETTINO DI GUERRA . I DETENUTI E LA STESSA POLIZIA PENITENZIARIA ABBANDONATI DAL GOVERNO
Promesse di intervento più volte ribadite e mai attuate, mentre continuano suicidi e proteste. Il 29° suicidio del 2010 a Salerno. Proteste a Genova, dove i detenuti hanno incendiato lenzuola e suppellettili, Novara, Padova, Vicenza, Roma. Riportiamo l'odierna nota ANSA
 

Giustizia: Uil; in attesa del piano carceri ancora detenuti suicidi, rivolte e proteste nelle carceri   
Ansa, 7 giugno 2010

“Ieri pomeriggio Alessandro Lamagna, 34enne detenuto per rapina con fine pena 2012, si è suicidato nella sua cella nel carcere di Salerno. È il 29° suicidio in cella dal 1 gennaio 2010. Sia il personale della polizia penitenziaria che i detenuti definiscono Alessandro Lamagna un detenuto tranquillo: avrebbe presto beneficiato della buona condotta e avrebbe potuto ottenere anche la semilibertà. Lamagna, intorno alle 13.30, si è andato nel bagno della sua cella e si è portato con sé un pezzo di lenzuolo. Ne ha fatto un cappio e si è impiccato. Gli altri tre detenuti che dividevano con lui la cella, non vedendolo uscire dal bagno, hanno dato l’allarme, ma quando sono arrivato gli agenti della polizia penitenziaria, Lamagna era già morto.
Val la pena ricordare che in tutta la Campania c’è posto solo per 5.259 detenuti, ma oggi ce ne sono ben: 7.950 e nel carcere “Fuorni” di Salerno, che potrebbe contenere solo 400 persone, ci sono rinchiusi circa 500 detenuti.
Ieri sera i detenuti del 2° Piano della 1 Sezione di Genova Marassi hanno dato vita ad una violentissima protesta con incendio di suppellettili e lenzuola, degenerata con il barricamento di sette detenuti in una cella. Solo il deciso intervento dei poliziotti penitenziari ha riportato l’ordine. Bilancio: due agenti feriti. A Novara sino a tarda notte si sono succedute le proteste dei detenuti attraverso la battitura del pentolame e delle stoviglie sui cancelli e sulle grate. Sabato a Padova , Vicenza e San Vittore analoghe manifestazioni di protesta messe in atto dalla popolazione detenuta. Venerdì a San remo un detenuto è stato salvato in extremis dalla polizia penitenziaria. Ancora venerdì a Milano Opera un detenuto ha aggredito e ferito con pugni un agente: è il 96° agente penitenziario aggredito e ferito dall’inizio del 2010. Giovedì l’evasione di un detenuto dall’ospedale Gemelli di Roma. Basta e avanza per dire che siamo oltre il baratro. A redigere quello che somiglia molto ad un bollettino di guerra è il Segretario Generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno.
Credo che abbiamo speso tutte le parole possibili per lanciare l’allarme su cosa succederà negli istituti penitenziari. Adesso più che parlare bisognerà concentrarsi su come affrontare questa estate di proteste e rivolte nelle prigioni, nella consapevolezza di essere stati lasciati nel più completo abbandono a dover gestire, senza mezzi, uomini e risorse queste tensioni. Gli episodi violenti della settimana appena trascorsa non i sono che l’avamposto dell’eruzione che ci attende.
C’è molta preoccupazione tra gli addetti ai lavori per la situazione in atto nei penitenziari. Purtroppo il Parlamento pare essere distratto da altre cose e irresponsabilmente non ha voluto approfondire la tematica relativa alle carceri. La discussione dello scorso gennaio si è vaporizzata in un insano accordo bipartisan che lascia immodificato lo stato delle cose e scarica sugli operatori penitenziari una situazione ingestibile e pericolosa. Non è eresia affermare che il dramma penitenziario, come eloquentemente definito dall’esimio Presidente Ciampi, non interessi i nostri politici e i nostri governanti. 67500 detenuti; 29 suicidi in cella; 44 tentati suicidi sventati; 96 agenti penitenziari, 2 medici e 4 infermieri aggrediti e feriti; 4 evasioni e 5 tentate evasioni . Questi sono i numeri dello sfascio, dell’emergenza e del dramma penitenziario. Il personale è stanco, depresso, demotivato e sfiduciato. Su tutto il territorio nazionale fioriscono manifestazioni di protesta contro un’Amministrazione statica, immobile, insensibile ed incapace. Nonostante ciò , il silenzio e l’immobilismo continuano ad essere i tratti caratterizzanti dell’azione dipartimentale.
La bocciatura in Commissione Bilancio del ddl che prevedeva le annunciate 2000 assunzioni è un motivo ulteriore di preoccupazione e rammarico. Non c’è il piano carceri. Almeno ne abbiamo perso completamente le tracce. Non ci sono le norme deflattive. Ora non ci sono più nemmeno le 2000 assunzioni. Diciamo che le parole sono state tante. I fatto sono zero. Non ce ne voglia il Ministro Alfano, ma sul fronte penitenziario i suoi propositi sono naufragati sullo scoglio degli interessi politici della lega Nord. Ma a pagarne le conseguenza non saranno solo gli operatori penitenziari, quanto l’intero Paese.