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( ANSA – 25 maggio 17.25) - Detenuto morto in carcere a Sanremo, Uil denuncia: è caduto dal letto
Direttore del penitenziario smentisce, sindacato ribatte: visto cadere
SANREMO (IMPERIA) - Un detenuto del carcere di Sanremo, Giovanni Bonafé, di 44 anni, è morto stamani nella cella in cui si trovava. Secondo il sindacato Uil-pa Penitenziari l'uomo e' caduto dal letto a castello e altri due detenuti lo hanno visto cadere. Ma il direttore del penitenziario smentisce e parla di morte per "cause naturali" in un soggetto con Aids conclamato.
L'uomo era imputato in un processo a Genova per violenza sessuale su minore e induzione alla prostituzione. Era stato arrestato con un'altra persona nel 2009. Secondo l'accusa, i due adescavano ragazzini regalando peluches, figurine giapponesi e altri giochi e ricariche del cellulare. In particolare, le violenze sarebbero avvenute nei confronti di due ragazzini di 13 e 14 anni.
Erano circa le 5.30 quando l'uomo si sarebbe alzato dal letto cercando di prendere una boccata d'ossigeno mentre era in atto un infarto: questo quanto riferito dal direttore del carcere dopo i controlli del medico legale. Sceso dal letto, sempre secondo la ricostruzione del carcere, l'uomo si sarebbe accasciato a terra. Soccorso dai compagni di cella e poi dagli agenti, l'uomo era ancora vivo ma sarebbe morto dopo pochi istanti.
Il medico legale ha effettuato una perizia dalla quale risulterebbe che il detenuto, trovato girato sul fianco sinistro, segno caratteristico di chi ha subito un infarto, sarebbe spirato per cause naturali. Il direttore del carcere, Francesco Frontirré, smentisce quindi il sindacato. "Il medico legale - ha affermato - attribuisce la morte a un'insufficienza cardio-respiratoria acuta, in un soggetto affetto da Aids conclamato. La conclusione, dunque, è che può trattarsi di causa naturale. Il suo corpo non presentava ecchimosi o ferite che possano far pensare a una caduta". Ma il sindacato ribatte: "Il detenuto è stato visto cadere dal letto da altri due detenuti extracomunitari che hanno così riferito agli agenti penitenziari".
L'episodio riaccende la polemica sul sovraffollamento delle carceri. "Quando si insiste nell'ammassare persone in spazi incompatibili con la dignità e la vivibilità, possono capitare certe cose. E' noto a tutti che i letti a castello a tre piani sono potenzialmente pericolosi. Purtroppo siamo a commentare una morte che si poteva, si doveva, evitare", dichiara il segretario generale della Uil-pa Penitenziari Eugenio Sarno.
"La melina sul ddl-carceri denota una insensibilità di fatto alla tragedia umanitaria che si consuma nelle nostre galere. Ogni giorno - prosegue il sindacalista - ci tocca aggiornare i macabri elenchi. Più volte avevamo denunciato e lanciato l'allarme sul carcere sanremese. L'istituto conta la presenza di 367 detenuti, quando ne potrebbe contenere al massimo 209".
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