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Napoli, 24 maggio 2010____________ Ecco il testo del comunicato:
“Il coordinamento dei Garanti ha chiesto con forza nei giorni scorsi il ricorso allo strumento del decreto legge, come peraltro annunciato dal Presidente del Consiglio, per far fronte all’emergenza dell’ormai ingovernabile sovraffollamento carcerario, per introdurre almeno la misura della detenzione domiciliare per chi ha pena residua inferiore ad un anno, pur nella consapevolezza della parzialità dell’intervento, apparendo di tutta evidenza il ricorrere dei presupposti di necessità ed urgenza. Ciò non è avvenuto, ed anzi la discussione sul ddl Alfano ha portato non a emendamenti volti a migliorare e a razionalizzare l’intervento, soprattutto con riferimento alla insostenibile situazione dei detenuti tossicodipendenti, la cui presa in carico con programmi comunitari o territoriali risolverebbe almeno in parte il sovraffollamento carcerario, ma al sostanziale snaturamento della originaria proposta, indicata, a torto, come una forma di indulto mascherato.
Mentre politici di ogni schieramento plaudono ad una nuova ipotesi di detenzione domiciliare, che ricalca inutilmente la misura già esistente e che non avrà nessun effetto deflattivo rispetto alla popolazione carceraria, affidando alla magistratura di sorveglianza la verifica dei presupposti per l’ammissione, per paura di perdere consensi nessuno vuole comprendere che l’introduzione di una sorta di presunzione di pericolosità attenuata per le persone che sono a fine pena o che hanno pene brevi da scontare, in modo da consentire l’esecuzione della pena in una abitazione o in altro luogo di accoglienza, non crea allarme sociale e pericolo per la sicurezza pubblica. Si consuma così, nella mascherata indifferenza dei più, la tragedia di una condizione detentiva inumana e degradante, che coinvolge decine di migliaia di detenuti, le loro famiglie e i lavoratori in carcere, a cominciare dalla polizia penitenziaria, in attesa di un piano carceri che non c’è. E senza contare che molte persone detenute potrebbero già essere ammessi a misure alternative.
I Garanti, a questo punto, di fronte all’impotenza delle forze politiche ad affrontare il dramma attuale del carcere, hanno predisposto il testo di un reclamo da presentare al magistrato di Sorveglianza, per richiedere l’adozione di misure necessarie per conformare le condizioni di detenzione al rispetto degli standard minimi di vivibilità. Il reclamo, che potrà essere completato da ogni persona detenuta a seconda della particolare condizione carceraria in cui si trova, sarà oggetto di capillare distribuzione e pubblicità.
Alla stesura del reclamo, che vuole essere utile strumento anche ai fini della percorribilità del ricorso alla Corte europea, e che sollecita la magistratura di Sorveglianza ad assumere il tema delle lesione dei diritti dei detenuti, come previsto dall’art. 69 O.P., nonché ad applicare con determinazione laddove possibile le misure alternative al carcere, ha contribuito Alessandro Margara, al quale va il ringraziamento dei Garanti.
I Garanti, infine, esprimono grande preoccupazione per l’avvicinarsi della stagione estiva, periodo nel quale i numeri del sovraffollamento arriveranno a quota 70mila e la vivibilità nelle carceri sarà completamente cancellata, e si riservano di intraprendere iniziative forti di sensibilizzazione qualora non intervengano provvedimenti che incidano intanto sulle detenzioni di breve periodo, per le quali è possibile per il legislatore introdurre una presunzione di non pericolosità delle persone detenute, per le quali in particolare la finalità rieducativa della pena, nelle condizioni date, appare in contrasto con il dato di realtà”.
Desi Bruno
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna
Coordinatrice Nazionale dei Garanti Territoriali
http://www.ristretti.it/commenti/2010/maggio/pdf3/reclamo_detenuti.pdf |