06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
LA CLASSE POLITICA ASSISTE INERTE ALL'IMPLOSIONE DEL SISTEMA PENITENZIARIO
Mentre aumentano le morti in carcere e le condizioni igienico-sanitarie peggiorano di giorno in giorno, non si prendono concreti provvedimenti per affrontare radicalmente l'emergenza e porre fine ad una situazione di disperata illegalitā. Nonostante i ripetuti appelli del Capo dello Stato. Il testo del disegno di legge c.d. "svuotacarceri".
 

Napoli, 21 maggio 2010___________Siamo stanchi di contare le morti in carcere. Ieri l'ennesimo suicidio. A Reggio Emilia un uomo di 44 anni si è tolto la vita. Nell'Istituto erano presenti 350 detenuti, a fronte di una capienza per 160 posti. Prima di lui a Siracusa, un altro detenuto di 45 anni si era impiccato. 
Il Capo dello Stato, l'altro giorno, in occasione della Festa (!?) della Polizia Penitenziaria, ha ribadito quanto già affermato nel discorso di fine anno: è necessario intervenire subito per ridare dignità alla persona detenuta.
Il Sappe, il Sindacato più rappresentativo della Polizia Penitenziaria ha disertato la Festa, perchè ritiene che non c'è nulla da festeggiare. Insieme ai detenuti anche gli agenti soffrono.Anche tra le loro fila si contano le morti per il disagio quotidiano.
Intanto il Governo si appresta a varare il c.d. "decreto sfollacarceri" che, in realtà, dopo le modifiche apportate, non sfollerà un bel niente. 
Il decreto prevedeva, per alcuni reati, l’immediato passaggio ai domiciliari nel momento in cui il detenuto iniziava a scontare l’ultimo anno di pena. Stesso discorso per i condannati a un solo anno di reclusione. Ma l’automatismo è stato eliminato, introducendo un "filtro": il giudice. Secondo il nuovo testo, quindi, la richiesta dei domiciliari dovrà essere valutata dal giudice di sorveglianza, che prima di dare il consenso in base alle modifiche presentate dall’esecutivo, valuterà caso per caso l’assegnazione delle misure cautelari a domicilio, valutando la "pericolosità sociale del detenuto" e se l’alloggio in cui dovrà risiedere sarà idoneo per scontare il termine della pena. Ma non è così già ora: ART. 47 TER dell'Ordinamento Penitenziario. Si è voluto evidentemente ribadire un sistema già esistente.
Con un altro emendamento si è fissato il termine per la durata della legge. Sarà infatti una norma "a tempo" e durerà fino all'approvazione del piano Carceri che prevede la riforma della disciplina complessiva delle norme sulle misure alternative alla detenzione e la costruzione di nuovi penitenziari. Data di scadenza: 31 dicembre 2013.
Una norma "a tempo", francamente inutile, come inutile è la costruzione di nuove carceri per risolvere il problema del sovraffollamento. Nuovi Istituti vanno costruiti - prima ancora vanno resi funzionanti quelli già completati e chiusi per mancanza di risorse - ma per eliminre quelli fatiscenti, oggi irrecuperabili. Il sovraffollamento si può debellare solo con il ricorso a pene alternative al carcere (che creano meno recidiva) e con una sostanziale ed organica riforma del codice di procedura penale per processi più rapidi (il 50% dei detenuti sconta una misura cautelare).

Il testo del disegno di legge, così come modificato:

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