06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
IN SENATO IL DIBATTITO SU COME AFFRONTARE L'EMERGENZA-CARCERE
Sul sito senato.it gli interventi dei senatori. La senatrice Annamaria Carloni fa riferimento al lavoro della nostra Associazione.
 

 

Napoli, 19 febbraio 2009_______________Riportiamo l'intervento della Senatrice Carloni, invitandoVi a leggere gli altri sul sito del Senato:

Seguito della discussione delle mozioni nn. 227 (Procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 157, comma 3, del Regolamento), 233, 235 (testo corretto), 236 (testo 2) e 238 sulla situazione carceraria (ore 11,42)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni 1-00227, presentata dal senatore Di Giovan Paolo e da altri senatori, con procedimento abbreviato ai sensi dell'articolo 157, comma 3, del Regolamento, 1-00233, presentata dal senatore D'Alia e da altri senatori, 1-00235 (testo corretto), presentata dal senatore Bricolo e da altri senatori, 1-00236 (testo 2), presentata dal senatore Fleres e da altri senatori, e 1-00238, presentata dal senatore li Gotti e da altri senatori, sulla situazione carceraria.

Ricordo che nella seduta di ieri ha avuto luogo l'illustrazione delle mozioni ed è stato presentato l'ordine del giorno G1 dal senatore Di Giovan Paolo e da altri senatori.

Dichiaro aperta la discussione.

È iscritta a parlare la senatrice Carloni. Ne ha facoltà.

 

CARLONI (PD). Signor Presidente, il Governo alla Camera modificherà dunque il decreto sulla protezione civile, sopprimendo l'articolo 16 che istituisce la Protezione civile Spa. Una buona notizia anche per il piano carceri recentemente presentato dal ministro Alfano al corpo della polizia penitenziaria, un piano all'insegna della confusione e dell'ambiguità. (Brusìo).

Gli stanziamenti per l'edilizia penitenziaria previsti dalla legge finanziaria per 500 milioni di euro dovevano infatti essere affidati per l'operatività alla succitata Protezione civile Spa. In vista di una modifica tanto rilevante e significativa sarà ora necessario rivedere interamente lo stesso piano e modificarlo da tanti punti di vista, a cominciare dalla necessaria integrazione con la programmazione urbanistica territoriale per la localizzazione dei nuovi istituti. (Brusìo).

Sarà poi indispensabile qualche certezza, finalmente...

 

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, c'è un intervento in corso in Aula.

 

CARLONI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Sarà indispensabile, dicevo, qualche certezza sulle annunciate assunzioni di 2.000 agenti, al di là del ricambio previsto in legge finanziaria per quelli che lasceranno il servizio nei prossimi anni.

Fino a questo momento, a fronte di una drammatica emergenza, le parole impegnative del ministro Alfano si sono rivelate solo buone intenzioni contraddette dai primi atti. Nessun intervento per l'assunzione di quelle professionalità indispensabili a supportare le drammatiche condizioni della popolazione detenuta e per il potenziamento della misure alternative al carcere, come psicologi, educatori e assistenti sociali.

Nessun ripensamento sui pesanti tagli finanziari al sistema, che peraltro si pretende di espandere per una popolazione di 80.000 detenuti.

Signor Presidente, il carcere è di nuovo emergenza e i dati sull'affollamento parlano da sé. Certamente l'indulto ha lasciato un segno, purtroppo fornendo pretesto per politiche d'ordine e il tema della recidiva ha funzionato da grimaldello per la propaganda di politiche penali sempre più repressive.

I media hanno fatto la loro parte nel fomentare le paure dei cittadini, indicando nell'indulto la causa di tutti i mali, mentre Governo e Parlamento hanno risposto con una raffica di nuove norme penali e con l'idea propagandistica e pericolosamente demagogica di poter risolvere tutto con il codice penale. Ogni qual volta si discute di un reato che suscita particolare allarme la ricetta è quella di un innalzamento della pena. Se l'autore di un reato che procura emozione è poi un immigrato, la risposta sarà quella della criminalizzazione dell'immigrazione. Se poi è una ragazzina rom, come accaduto a Napoli, si legittimerà a tal punto la xenofobia che oggi nel carcere minorile di Nisida tutte le ragazze minori detenute - dico tutte - sono esclusivamente rom.

Potrei continuare nel descrivere la crescita di un panpenalismo nella cultura dominante e nella legge, una via che, lungi dal migliorare lo stato della giustizia e contenere la criminalità, avvelena lo spirito pubblico e trasforma giorno dopo giorno il carcere in una Cayenna. Viceversa, abbiamo il dovere della serietà e della pacatezza. Non solo senza l'indulto del 2006 avremmo visto scoppiare il sistema ancora più rapidamente, ma anche i dati sulla recidiva diffusi dal Ministero ci confermano l'importanza dello sviluppo delle misure alternative al carcere. Sono tutte le analisi più serie e statisticamente fondate a dirci che non sono le misure emergenziali, né quelle repressive da sole, se non accompagnate da azioni serie di risocializzazione, a ridurre la criminalità nel lungo periodo.

Se pensiamo di fare come negli Stati Uniti e percorrere la strada della carcerazione di massa a discapito delle misure di welfare, finiremo per dire addio definitivamente alle grandi conquiste di civiltà affermate in Europa nel dopoguerra. Abbiamo il dovere di fermarci: siamo ancora in tempo perché non si consolidi il pensiero dell'intolleranza giustizialista. Dobbiamo tutti convenire in quest'Aula che in America, dove è nata l'ideologia della «tolleranza zero», questa ha fallito clamorosamente nel contenimento della criminalità e la popolazione carceraria supera quella di ogni altro Paese.

Dobbiamo saper guardare con gli occhi sgombri dalle ideologie alle basi sociali della devianza e voler perseguire le strade più efficaci, che non sono quelle di sbattere in carcere tutti gli emarginati, i malati mentali, i tossicodipendenti, insieme ai rom e agli immigrati, fino all'atrocità di continuare a tenere dietro le sbarre bambini piccolissimi, figli di giovani donne a cui non si vuole offrire la strada di misure alternative come le case famiglia. A questo proposito giacciono in questo Senato disegni di legge che non si capisce perché non vengano messi all'ordine del giorno.

Il Parlamento e ciascuno di noi senatori può fare molto per cambiare le cose. Non sono molte le situazioni, come nel caso del carcere, dove ogni cambiamento della norma, anche il più piccolo, può cambiare concretamente la vita quotidiana delle persone, di tutte le persone che vivono e abitano la realtà penitenziaria: i reclusi, e gli agenti penitenziari, le cui difficili condizioni di lavoro troppo spesso vengono dimenticate. La possibilità che abbiamo come parlamentari di visitare le strutture carcerarie e parlare con le persone è preziosa ed è per ciascuno di noi una grande opportunità per cambiare concretamente qualcosa.

A Napoli, nella mia realtà, ove il luogo di maggiore sofferenza carceraria a causa del sovraffollamento è Poggioreale, l'associazione «Il carcere possibile», della camera penale di Napoli, lo scorso mese di novembre ha realizzato un'iniziativa importante nella centrale Piazza dei Martiri, ricostruendo con gli arredi originali una vera e propria cella, tre metri per tre, per consentire al pubblico di provare per un minuto solo le condizioni in cui vive un detenuto. Per tutta la giornata vi è stata una fila interminabile per entrare: oltre 300 persone. In seguito mi ha molto colpito leggere una lettera delle detenute di Pozzuoli, che ringraziavano il presidente dell'associazione per quell'iniziativa con parole toccanti che facevano pensare.

Il Ministro della giustizia aveva dichiarato solennemente che la maggior parte delle nostre carceri opera in situazioni di incostituzionalità. Ora sta a tutti noi dare a queste parole un senso concreto. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).