06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
TRASFERIMENTI SU TRASFERIMENTI. QUESTO IL VERO PIANO DEL GOVERNO PER TAMPONARE L'EMERGENZA
La territorialitā della pena , principio che consente ai detenuti di essere vicino alle loro famiglie, viene costantemente disapplicato per "allegerire" gli Istituti dove il sovraffollamento ormai non garantisce neanche un letto.
 

Riportiamo l'articolo pubblicato su Sardegnaoggi.it, il 16 dicembre 2009, dove viene denunciata la drammatica situazione dell'Istituto di Buoncammino:

“La crescita esponenziale di detenuti nel carcere di Buoncammino in seguito a continui trasferimenti da altri Istituti penitenziari non solo vanifica qualunque trattamento rieducativo ma mette a rischio la salute dei cittadini privati della libertà e di tutti gli operatori creando potenziali situazioni di pericolo. E’ quindi indispensabile un intervento del Sindaco di Cagliari per fermare questi costanti arrivi dal Continente”. E’ in sintesi quanto sostiene in una lettera al Sindaco Emilio Floris la presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” Maria Grazia Caligaris.


CAGLIARI - “L’Istituto di viale Buoncammino – viene precisato nella missiva – è stato progettato nell’Ottocento per contenere circa 180 reclusi. Attualmente ne ospita oltre 550 con condizioni di vita davvero insopportabili sia per i detenuti, costretti a vivere dentro celle anguste e talvolta dovendo fare i turni per poter stare in piedi, sia per gli Agenti di Polizia Penitenziaria che, al contrario dei reclusi, sono sempre in numero minore. Com’è noto inoltre l’Istituto cagliaritano è dotato di un Centro Clinico, anch’esso in sovraffollamento in assenza di un apposito reparto ospedaliero a Is Mirrionis previsto per legge da oltre 15 anni.”.

“I volontari dell’associazione – sottolinea nella lettera la presidente – hanno verificato a più riprese, soprattutto negli ultimi mesi, un aumento esponenziale di detenuti nella Casa Circondariale di viale Buoncammino. Si tratta prevalentemente di detenuti extracomunitari che arrestati nelle grandi città del Nord Italia vengono trasferiti, spesso ancora in attesa di giudizio, nell’Istituto di Cagliari. In molti altri casi, invece, giungono nella Casa Circondariale sarda detenuti calabresi o pugliesi che devono ancora subire il processo”.

“L’associazione – osserva ancora Caligaris – in più occasioni ha chiesto, inascoltata, la territorializzazione della pena così come prevede la legge sull’ordinamento penitenziario in modo tale che in Sardegna vengano reclusi solo o prevalentemente i detenuti isolani. Ha chiesto inoltre al Capo del Dipartimento dott. Franco Ionta che per le condizioni in cui si trova l’Istituto di Cagliari e per la presenza di numerosi carcerati malati, alcuni gravi, cessino i trasferimenti anche per evitare tensioni dentro la struttura detentiva. In questo modo inoltre si mettono in serio pericolo le condizioni igienico-sanitarie della Casa Circondariale”.

“Con l’autorità a lei conferita e riconosciuta quale responsabile della salute dei cittadini per il Servizio Sanitario Nazionale – ha concluso l’esponente socialista – può farsi interprete nei confronti del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché venga interrotto il trasferimento di nuovi detenuti e si proceda al contrario ad alleggerire la struttura di Cagliari”.