La polizia penitenziaria denuncia l'insostenibile situazione carceraria
"Oggi, quasi sicuramente, le duecento e più carceri italiane supereranno la soglia delle 65mila presenze di persone detenute, cifra mai raggiunta nella Storia del Paese. E raggiungeranno questo triste record nell’indifferenza della classe politica e degli organi deputati a monitorare la situazione. Il dato di ieri (15 ottobre 2009) era di 64.979 presenze, questo nonostante le Regioni che hanno superato il limite “tollerabile” sono scese ad 11 rispetto alle 12 del mese scorso. Una situazione paradossale che si può spiegare con l’intensa attività di trasferimenti di detenuti da un carcere all’altro che il DAP sta svolgendo da tempo e che fino ad ora è stato l’unico provvedimento che l’Amministrazione penitenziaria è stata in grado di attuare per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Nessun provvedimento sostanziale per deflazionare le carceri ha preso il Parlamento italiano, che pure ha visto moltissimi suoi componenti visitare i penitenziari italiani lo scorso 15 agosto. Alle (loro) dichiarazioni di intenti per risolvere le criticità del carcere non hanno fatto seguito fino ad oggi fatti concreti. Non si è stati in grado di trovare soluzioni politiche e amministrative per evitare il tracollo del sistema penitenziario italiano. Noi continuiamo ad auspicare che, nonostante tutto, si raggiunga a breve un accordo bipartisan - dopo discussioni serie, responsabili, a costo di non rivolgere lo sguardo ad immediati consensi elettorali - certi che solo l’onestà politica ed intellettuale possa essere l’unica arma contro l’omicidio che si sta perpetrando nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, Corpo di Polizia dello Stato carente di ben 5mila unità".
E’ quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione di Categoria, commentando i dati relativi alle presenze in carcere alla data di ieri, 15 ottobre 2009.
"Questa mancanza di provvedimenti non ha fatto che aggravare ancora di più il lavoro della Polizia Penitenziaria, l’unica rappresentante dello Stato che in prima linea e 24 ore su 24 ha fronteggiato l’emergenza sovraffollamento e la super-emergenza estate, con un organico che si è assottigliato giorno per giorno. Esiste un problema sovraffollamento da anni, che né il Governo di centro sinistra né quello di centro destra, hanno saputo affrontare nonostante i consigli di chi in carcere ci lavora da decenni e nonostante gli studi di Università italiane ed estere hanno dimostrato come incarcerare quante più persone possibili non diminuisce la sicurezza dei cittadini, ma l’aumenta. Basterebbe leggersi gli studi sulla recidiva e questo da solo dovrebbe essere sufficiente a quei Magistrati sornioni, per mettere in atto le misure alternative alla detenzione. Le Leggi ci sono, gli studi ci sono, l’esperienza è qui a dimostrarlo, ma la vicenda dei braccialetti elettronici che il SAPPE sta denunciando da mesi e il mancato utilizzo della Polizia Penitenziaria nei controlli sugli arresti domiciliari, ancora non vengono presi in seria considerazione. Ci troviamo ancora oggi ad ascoltare l’ennesimo annuncio dell’imminente presentazione del Piano Carceri, dobbiamo sentire ancora parlare di Agenti “imboscati” quando proprio il Corpo di Polizia Penitenziaria sta fronteggiando l’emergenza sovraffollamento da sola, sotto organico, senza straordinari pagati, senza vestiario, senza riconoscimenti, ed anche sopperendo agli organici del personale civile all’interno dell’Amministrazione penitenziaria. Oggi non è tempo di chiacchiere o di polemiche. E’ tempo di sollecitare urgenti interventi per impedire l’implosione del sistema carcere del Paese".