06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
GIORNATA PER LA LEGALITA' DELLA PENA A NAPOLI SABATO 28 NOVEMBRE 2009
Le adesioni ed i contributi organizzativi potranno essere inviati a info@ilcarcerepossibileonlus.it.
 

Richiesta di adesione alla

GIORNATA PER LA LEGALITA’ DELLA PENA  - SENSIBILIZZARE LE COSCIENZE VERSO LA VERA PREVENZIONE -

NAPOLI - SABATO 28 NOVEMBRE 2009

Con delibera del 21 settembre 2009, l’Assemblea della Camera Penale di Napoli, ha approvato la mozione della nostra associazione per organizzare a Napoli, sabato 28 novembre 2009, una “mobilitazione generale” in difesa dei principi costituzionali e per il rispetto di quanto stabilito nell’Ordinamento e nel Regolamento Penitenziario.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha, recentemente, stigmatizzato i trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti in Italia, mentre i dati relativi al sistema penitenziario diventano, giorno dopo giorno, sempre più allarmanti.

63.981 detenuti (di cui 30.440 ancora imputati) al 1° settembre 2009 (comunicazione Ministero della Giustizia);
43.262 la capienza regolamentare degli Istituti
37.742 la capienza effettiva – secondo quanto dichiarato dal Ministro della Giustizia nell’audizione alla Camera del 14 ottobre 2008;
26.239 sono, pertanto, le presenze in più rispetto a quello che la legge consentirebbe;
Il numero totale delle celle è 28.828, di cui solo 4.763 sono a norma (poco più del 15%)
La media d’ingressi mensile è pari a circa 1.000 detenuti al mese;

Non è più garantito, non solo il principio costituzionale del fine rieducativo della pena (ormai del tutto abbandonato, con un educatore ogni 1000 detenuti), ma anche lo stesso diritto alla salute, in quanto non sono assicurate le più elementari norme igieniche e sanitarie. I detenuti vivono in spazi che non corrispondono a quelli minimi vitali, con una riduzione della mobilità che è causa di patologie specifiche. In alcuni Istituti, si dorme su letti a castello a tre ed anche a quattro piani e spesso manca lo spazio materiale per scendere dal letto; vi è un bagno comune, nella stessa cella, sprovvisto di porta; a volte i detenuti dormono a terra, perché non vi sono più letti;

La sanità penitenziaria è al collasso, per mancanza di risorse e per il passaggio di competenze alle AA.SS.LL. che non sono in grado, anche per carenze e difficoltà pregresse, di affrontare una realtà così complessa; anche per interventi urgenti ed improcrastinabili – accertati da periti nominati dalla Magistratura – i detenuti sono, a volte, costretti a restare in attesa per mesi, in cella, pur dichiarati incompatibili con il regime carcerario; a Poggioreale un detenuto ha atteso, in queste condizioni, cinque mesi, prima di essere trasferito in una struttura sanitaria;

La perdita di dignità è la causa principale dei suicidi che, dall’inizio dell’anno, sono stati più di 50, con una media di un suicidio ogni 6 giorni. Gli atti di autolesionismo registrati nel 2009 sono stati circa 4.000;

I rapporti tra i detenuti e la famiglia sono, di fatto, annullati. Un’ora di colloquio a settimana, svolto in condizioni tali da non consentire una reale relazione affettiva. I familiari, per poter incontrare il loro congiunto nella Casa Circondariale di Poggioreale, sono costretti a file interminabili che hanno inizio alle tre del mattino, all’esterno delle mura, per poter poi effettuare il colloquio a metà mattinata;

Dinanzi a questa allarmante situazione il Governo ha annunciato provvedimenti irrealizzabili e comunque inutili a modificare , a breve termine, la permanente illegalità in cui versano la maggior parte degli Istituti di Pena in Italia. In senso del tutto contrario, prendendo spunto da isolati fatti di cronaca, il Legislatore ha, invece, aumentato le pene per reati dove già ampia era la forbice sanzionatoria;

Il “Piano Straordinario del Governo” per affrontare il sovraffollamento,  che prevede la costruzione di nuove strutture e di nuovi padiglioni nelle aree verdi degli Istituti già esistenti, manifesta, ancora una volta, la mancanza di una volontà politica ad affrontare con serietà i problemi legati alla detenzione, in quanto è stato già chiarito che non vi sono i fondi per applicare il “piano” e che una parte dovrebbe essere finanziata con la Cassa delle Ammende, la cui finalità è invece investire in progetti educativi;

Vi sono già 5.000 posti disponibili per accogliere detenuti, che non possono essere utilizzati per mancanza di risorse economiche per il personale e quanto necessario per aprire le strutture.

Nuove carceri vanno costruite, al fine di eliminare alcune di quelle esistenti, oggi fatiscenti e non recuperabili. Mentre l’iniziativa è del tutto insufficiente per affrontare il problema del sovraffollamento, in quanto per l’incremento progressivo e costante della popolazione detenuta, si dovrebbe continuare a costruire nuove carceri all’infinito;

Le soluzioni  vanno, invece, individuate nel

RICORSO A PENE ALTERNATIVE AL CARCERE ED IN SANZIONI DIVERSE DALLA DETENZIONE

Le statistiche hanno costantemente dimostrato che il detenuto che sconta la pena con una misura alternativa ha un tasso di recidiva bassissimo, mentre chi sconta la pena in carcere torna a delinquere, con una percentuale del 70%.  Occorre convincere l’opinione pubblica che con le pene alternative si abbattono i costi della detenzione, si riduce la possibilità che il detenuto commetta nuovi reati, con aumento della sicurezza sociale. Si sconfigge il deleterio “ozio del detenuto”, che invece potrebbe essere avviato a lavori socialmente utili con diretto vantaggio per l’intera comunità.
Alessandro Margara, storico Magistrato di Sorveglianza ed alcuni anni fa Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sosteneva “Senza misure alternative recidiva ed insicurezza aumentano”.

LA RIFORMA DEL PROCESSO PENALE

Il 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio. Il ricorso sempre più ricorrente alla misura cautelare in carcere e la durata  dei processi produce questo dato abnorme con “presunti innocenti” che scontano pene disumane. Occorre, mantenendo le garanzie del “giusto processo”, ridurre i tempi di celebrazione dei processi e non ritenere che la misura cautelare sia la vera pena da scontare.

L’EFFETTIVO VALORE DELLA RILEVANZA PENALE

       Nonostante l’emergenza, la politica del Governo va sempre di più verso una maggiore carcerazione, con una riduzione proporzionale della discrezionalità del Magistrato. Molte ipotesi di reato vengono inutilmente aggravate per facili consensi e sull’onda di fatti di cronaca che hanno allarmato l’opinione pubblica. Alcune fattispecie vanno poi depenalizzate, perché troverebbero nella sanzione amministrativa un corretto deterrente.


VI CHIEDIAMO DI ADERIRE ALL’INIZIATIVA E CONTRIBUIRE ALLA SUA REALIZZAZIONE.

Le adesioni ed i contributi organizzativi potranno essere inviati a info@ilcarcerepossibileonlus.it.