DETENUTI COME RIFIUTI
- SENZA “DIFFERENZIATA”-
Si apre un nuovo anno giudiziario. Ancora polemiche, ancora proteste. Ognuno manifesta il suo dissenso perché la Giustizia non funziona. Di anno in anno la situazione si aggrava.
Gli Avvocati penalisti napoletani non saranno presenti alle cerimonie ufficiali, ma parteciperanno alla 1^ Inaugurazione dell’Anno Giudiziario dei Penalisti Italiani, organizzata dall’Unione delle Camere Penali. In tale occasione, vogliono ricordare che vi è anche un’ altra emergenza, sempre sottovalutata dal mondo politico e dall’opinione pubblica, quella delle carceri.
Un anno e mezzo fa, i parlamentari furono costretti – dal sovraffollamento che aveva raggiunto livelli inaccettabili – ad emanare l’indulto. Oggi la situazione è tornata esplosiva.
Nonostante il provvedimento di clemenza, i detenuti sono circa 50.000. La capienza regolamentare è già stata superata di circa 6.500 unità. Negli ultimi tre mesi del 2007 sono entrate in carcere oltre 1.000 persone.
Nel 2007 i suicidi sono stati 52, con una media di un suicidio alla settimana.
Lo stesso D.A.P. (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria), attraverso il suo Direttore – il Magistrato Ettore Ferrara – ha lanciato l’ allarme : “La situazione sta diventando irrecuperabile. C’è un rubinetto aperto che allaga la casa e tutti guardano senza intervenire” (fonte: L’Espresso – 10.01.08). Il Governo, infatti, non interviene. Non c’è una politica giudiziaria finalizzata a modificare una situazione mortificante per uno stato di diritto.
Nella Relazione Annuale sullo stato della Giustizia (16.01.2008), il Ministro nell’affrontare il tema della Politica Penitenziaria, si è soffermato esclusivamente sulla possibilità di aumentare la capienza tollerabile e sui nuovi compiti della Polizia Penitenziaria. Non una parola su cosa si è fatto o s’intenda fare per una concreta opera di recupero e reinserimento sociale della persona detenuta, cui pure si fa cenno in maniera generica.
Gli educatori in carcere, intanto, sono in numero ridicolo rispetto ai detenuti, con una proporzione che in alcuni Istituti è pari ad 1 educatore su 400 detenuti.
Non si comprende che le risorse economiche vanno spese meglio e devono essere aumentate, in un settore che coinvolge, la “giustizia” , le “politiche sociali” e gli stessi diritti dei cittadini, che pur detenuti, hanno perso la libertà, ma non la dignità.
La sicurezza sociale, tanto auspicata dall’opinione pubblica si ottiene anche con il recupero di chi ha sbagliato. Le carceri, invece, sono considerate discariche umane ed i detenuti dei veri e propri rifiuti, per i quali non viene effettuata la “differenziata” obbligatoria per legge.
Non vi è alcuna differenza, infatti, tra coloro in attesa di giudizio (presunti innocenti) ed i definitivi; tra coloro condannati all’arresto (per aver commesso una contravvenzione) e coloro condannati alla reclusione (per aver commesso un delitto).
Tutti insieme, sottoposti ad un unico trattamento che, nella maggior parte dei casi, consiste nel far comprendere di non dare fastidio, pena il diniego della “liberazione anticipata” ( 45 giorni in meno ogni 6 mesi: beneficio che viene concesso per buona condotta, che dovrebbe essere, invece, riservato a coloro che partecipano con profitto a programmi rieducativi, che non ci sono).
Una vera opera di prevenzione del crimine non può prescindere da una nuova visione del sistema carcerario. Il rispetto dei diritti civili, passa anche attraverso il rispetto delle persone detenute.
Come già evidenziato nel documento programmatico dell’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali, alla cui stesura la Camera Penale di Napoli ha partecipato, sono urgentissime nuove risorse e l’emanazione dei seguenti provvedimenti: Sono urgentissime nuove risorse ed i seguenti provvedimenti: Sono urgentissime nuove risorse ed i seguenti provvedimen Sono urgentissime nuove risorse ed i seguenti provvedimenti:
1. l’immediato intervento legislativo per una tutela giurisdizionale nei confronti degli atti dell’amministrazione penitenziaria lesivi dei diritti di coloro che sono sottoposti a restrizione della libertà personale, secondo quanto disposto, ormai da 9 anni dalla Corte Costituzionale;
2. l’abrogazione dell’art. 41 bis;
3. la modifica immediata di alcune sanzioni (tipologia e quantità) nel Codice Penale;
4. la riforma della legge ex-Cirielli sulla recidiva;
5. la riforma della Legge Fini-Giovanardi sulle droghe;
6. la riforma della Legge Bossi-Fini;
7. il miglioramento del servizio sanitario penitenziario;
8. gli interventi strutturali negli Istituti esistenti;
9. la costruzione di nuovi spazi pensati a misura d’uomo;
10. l’aumento del personale amministrativo;
11. l’incremento di educatori e psicologi;
12. l’applicazione concreta della legge Smuraglia del 2000,
13. l’esclusione dal circuito carcerario dei bambini figli di madri detenute;
14. l’istituzione di centri di accoglienza per le pene alternative degli extra-comunitari;
15. l’istituzione a livello nazionale della figura del “Garante dei diritti dei detenuti”.
Anche in nome dei detenuti italiani, gli Avvocati penalisti napoletani non parteciperanno all’inaugurazione dell’anno giudiziario del proprio Distretto e nella stessa giornata una delegazione si recherà presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria ed in alcuni Istituti di Pena, per esprimere la preoccupazione per la totale inerzia del governo dinanzi ad una situazione gravissima che, a breve, diverrà nuovamente irrecuperabile.
Invitano le altre Camere Penali a fare altrettanto affinché la protesta sia estesa a tutto il territorio nazionale
Napoli, 22 gennaio 2008
Avv. Michele Cerabona
Presidente della Camera Penale di Napoli
Avv. Riccardo Polidoro
Presidente de “Il Carcere Possibile Onlus”