06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
L'articolo a firma del Responsabile dell'Osservatorio Carcere dell'Unione Camere Penali, pubblicato oggi sul quotidiano
Cella Zero , gli sviluppi
 
Le denunce de "il carcere possibile", Onlus della Camera Penale di Napoli, del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Campania e di Pietro Ioia presidente di un 'associazione di ex detenuti, alla Procura della Repubblica di Napoli avevano avviato diverse indagini che, unificate, hanno portato all'iscrizione, nel registro degli indagati, di 4 agenti di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale, per i delitti di sequestro di persona, maltrattamenti e abuso di autorità. Da anni i detenuti denunciavano l'esistenza della "cella zero" , luogo dove, chi doveva essere punito, per aver infranto le regole del rispetto e della sottomissione agli agenti, veniva denudato e picchiato, ma nessuno aveva voluto essere identificato in passato, per paura di ritorsioni e vendette. L'anonimato non aveva consentito l'inizio dell'indagine o comunque l'approfondimento investigativo. Ora il clima sembra mutato. Il trasferimento della direttrice e il cambio ai vertici della Polizia Penitenziaria dell'istituto è stato un segnale importante per far comprendere che alcuna violenza sarebbe stata più tollerata. Certo tollerata ! Perché di maltrattamenti a Poggioreale si è sempre parlato, ben prima che venisse nominata la direttrice poi trasferita. In un carcere che era arrivato ad una presenza di circa 3000 detenuti, più del doppio di quella regolamentare, dove i detenuti erano letteralmente ammassati nelle celle umide, con il wc alla turca a vista, unico obiettivo era quello di mantenere l'ordine a qualunque costo. E il costo lo pagava sempre chi subiva quell'illegale detenzione. Se non vi era tolleranza, vi doveva essere cieco controllo su quella brutale e raccapricciante regola non scritta, che tutti i detenuti conoscevano e temevano. Ricordiamo ancora le parole del comandante degli agenti di Poggioreale, quando, durante una video-inchiesta all'interno della casa circondariale, rispondendo al giornalista Antonio Crispino, che si lamentava per come si era rivolto a lui e al suo operatore, fece comprendere che quello era niente rispetto al trattamento riservato ai detenuti. Oggi un altro video realizzato dal fotoreporter Salvatore Esposito, in collaborazione con il giornalista Andrea Postiglione e Pietro Ioia, racconta della "cella zero", raccogliendo la testimonianza di alcuni ex detenuti, che mostrano, senza timore, il loro volto. Parole dure, che descrivono incredibili, atroci e ripetute violenze. Questo, dal 1981 secondo gli autori del filmato, era il sistema Poggioreale, conosciuto da molti, dentro e fuori il carcere e messo in atto da chi si riteneva al di sopra della Legge, vero e proprio impunito carnefice. Come sempre, anche in questo caso, attendiamo che l'indagine faccia il suo corso, che gli indagati si difendano, che i Giudici si pronuncino, prima di individuare colpevoli. Ma l'attività della Procura della Repubblica di Napoli rappresenta, comunque, una tappa importante per il raggiungimento di una nuova visione del carcere sia dal suo interno, che dall'esterno . C'è necessità di una totale trasparenza, che possa anche far comprendere agli stessi agenti di Polizia Penitenziaria l'importanza del loro lavoro e l'esigenza d'isolare le mele marce che, con atti e parole (si pensi alle recenti espressioni in occasione dell'ennesimo suicidio in carcere) infangano un'intera categoria. L'attività dell'agente non deve essere mirata solo alla sicurezza, ma anche all'accoglienza, alla comprensione del disagio, alla condivisione dei percorsi tracciati da personale specializzato. In questo modo, l'opinione pubblica potrà vedere nel carcere non solo il luogo della giusta-sofferenza, per aver perso la libertà, ma anche quello della possibile rinascita di individui che hanno sbagliato. Per il bene di tutti, anche di coloro che in carcere non ci sono mai stati e pensano che mai ci andranno . Avv. Riccardo Polidoro Responsabile "osservatorio carcere" Unione camere penali italiane